LE DIVERSE NORMALITA' - CAROLINA DI PRIZIO (anno 2, n.5)
Ritrovatami davanti un foglio di carta bianco, una penna e un articolo da iniziare mi sorge la domanda: "E adesso che scrivo?".
Decido allora di provare con un argomento che dovrebbe attirare l'attenzione.
Quindi, proponiamo... La politica? Peggio che andar di notte; ammetto di non capirne molto! Allora parliamo della rivoluzione tecnologica? Interessante, sì, ma così ripetuto da poterci fare un libro. Oh, trovato! Sarà "I giovani e il lavoro". Su questo il mio spirito critico (anche se stasera abbastanza accentuato) non ha da dire niente. Ma sinceramente volevo, almeno per stavolta, cambiare un po'.
Potrei parlare di cartoni animati! Devo ammettere che l'idea è molto allettante; e sai quanta gente si riconoscerebbe nella mia nostalgia verso personaggi come Lupin... E poi, almeno, sarebbe originale... proprio quello che cercavo! Tuttavia temo che i nostri capo-redattori (certamente non ci sarebbe da biasimarli) cestinerebbero l'articolo senza pensarci troppo.
Però una faticaccia trovare un argomento su cui scrivere! Alla fine le cose che contano davvero sono sempre quelle, no? Ameno, quelle importanti per la società: politica, disoccupazione, rivoluzione virtuale, generazione senza valori...
E non vale solo per il nostro piccolo giornale! Anche per i grandi scrittori. Ormai l'unica soluzione per un libro che non parli dei numerosi problemi sociali è scriverlo sull'amore!
Nessuno ci pensa più alle cose 'scontate', come la bellezza di restarsene sul divano a guardare un film con i popcorn davanti. Eh, i popcorn! Quand'è stata l'ultima volta che li avete fatti?
Credo che questa crisi di argomenti sia solo la conseguenza di una monotonia tremenda, di una ripetitività, di un'omologazione alla quale siamo sottoposti ogni giorno, spinti dai soliti mezzi quali televisione, computer e cellulari (ecco ci risiamo!). Il problema sta proprio qui: non riusciamo a concentrarci sulle piccole cose, troppo presi da ciò che ci circonda.
Poi, insomma, cosa ci si può aspettare da chi cresce stando sempre a contatto con una vita che corre così veloce da non darci il tempo neanche per allacciarci le scarpe?! Non possiamo stare dietro a tutto, quindi seguiamo ciò che gli altri pensano che conti…
Eh già, è tutta colpa della società in cui cresciamo... Questione di priorità, insomma.
Quello che ci impongono è davvero qualcosa su cui vale la pena basare la nostra vita?
Ma cos'è che conta davvero? Intendo, parlando in modo molto ampio, quali sono le cose 'giuste' e quelle 'sbagliate'?
Vorrei tanto provare ad allontanarmi un po' da qui, dal mio paese. Provare ad andare, che ne so, in Asia, in Africa, o comunque lontano, il più possibile, dalla terra in cui sono nata.
Sarebbe bellissimo, per capire nuovi modi, nuove normalità! È bizzarro... "Le diverse normalità".
Mi sono permessa di usare questo strano ossimoro per nascondere un più ampio concetto, sul quale si potrebbe costruire un grande discorso. Infondo, dovremmo averlo ormai capito che le nostre menti sono manipolate e guidate. Non siamo noi a decidere.
Inizia tutto dalla nostra infanzia, da quando i nostri genitori cambiavano canale durante le scene di sesso, da quando ci facevano distrarre per non vedere una coppia omosessuale, da quando ci hanno inculcato (ovviamente senza mai ammetterlo) un senso di xenofobia dicendoci di stare attenti ad alcuni soggetti... E allora un bambino, crescendo in questo modo, senza la capacità di decidere cosa sia giusto e cosa sbagliato, non può che diventare l'identica fotocopia di tutti gli altri, lo specchio della sua educazione.
Poi, quando ci rendiamo conto di cosa ci sta succedendo, è troppo tardi. Ci risulta impossibile tornare indietro, resettare tutto, riproporci dei nuovi ideali. Decidiamo quindi di restare così, immersi nelle idee di qualcun'altro.
Immaginate il nostro mondo così: una grande maratona e noi alla partenza, pronti a correre! E la cosa brutta è che siamo costretti a farlo... E se provassimo a cambiare direzione? È finita. Poi, anche a volersi fermare, non ce la faremmo. Se decidessimo di provarci saremmo spinti da tutti gli altri concorrenti! E corriamo, corriamo, per arrivare al traguardo.
Insomma, siamo spacciati! Dobbiamo adeguarci al tempo, continuare a correre, continuare a parlare delle solite cose, continuare a prendere decisioni di cui in realtà non ci importa proprio nulla. Continuare, continuare, continuare...
Finalmente capisco cosa s'intende con "crisi di mezz'età". è quel periodo durante il quale ci chiederemo: "Cosa ne abbiamo fatto della nostra vita?".
"Abbiamo continuato", anche se non sappiamo bene cosa, ma almeno abbiamo continuato.