INTERVISTA A PHILIPPE DAVERIO- EDOARDO MAURO (anno 4, n.2)

“Clamoroso a Galatina“ avrebbe tuonato incredulo Sandro Ciotti, se anche lui fosse stato in Piazzetta Orsini sabato 23 Novembre. Poche volte si è assistito ad uno spettacolo del genere: non era rimasto nemmeno un sanpietrino vuoto: tutti occupati dall’attenzione dei Galatinesi (ma c’erano anche molte persone dei paesi del circondario) che assistevano, in religioso silenzio, alla lectio magistralis sulla Basilica di Santa Caterina, tenuta proverbialmente dall’esimo Philippe Daverio, critico d’arte francese naturalizzato italiano.  Precedentemente, verso le 17:30, il celebre conduttore di “Passepartout” aveva tenuto nell’ufficio del sindaco Montagna una conferenza stampa molto interessante. Il signor Daverio ha erudito tutti coloro che erano accalcati sulle porte pur di ascoltare, spaziando d’argomento ad argomento: dalla sua concezione italica non di “ Nord-Sud “ ma di “Est-Ovest” alla scarsa capacità dei giovani di far valere la propria parola nei dibattiti del XXI secolo, fino a giungere alla possibilità che il Sud ha di diventare non più la “Ruhr d’Italia”, ma il traino turistico con le sue bellezze naturali e artistiche. Sgomitando come se fossimo in area di rigore, anche noi del Classico siamo riusciti a fare alcune domande facendoci spazio tra le innumerevoli mani che si alzavano all’interno della sala. Nonostante, per motivi dettatati dal poco tempo, il professore non abbia  potuto dedicare una risposta a tutte le domande, quella che ha dato, ha lasciato spiazzati noi ‘giornalisti’. Ecco quindi le nostre curiosità riviste da Philippe Daverio.

 In vista dell’ Expo 2015, secondo lei, il Sud e in particolar modo il Salento, in che modo possono aiutare la già forte attrazione turistica italiana? Continueranno ad essere periferia oppure potranno essere delle locomotive trainanti?

L’Expo è un affare immobiliare fra un gruppo di ‘parculi’ che hanno deciso di spartirsi la torta, punto e basta. E’ la verità purtroppo. Expo non ha generato la comunicazione sull’Italia. Oggi dovremmo avere sul portale Expo, visto che la gente programmerà il suo viaggio tra due mesi, già otto spot che raccontano quello che succede in Puglia. Ci sono gli otto spot? No. Ci saranno? Forse dopo l’Expo. L’Italia si è troppo abituata al fatto che dopo il 2014 c’è il 2014bis e poi c’è la reiterazione del 2014bis, ed è per questo che non siamo in grado di programmare. L’Expo sarà l’esempio massimo delle nostre scarsissime capacità di programmazione e lo vediamo già dai dati. Anche se a mio parere, chi viene dal resto del mondo era molto interessato a vedere cosa succedeva da queste parti. Ma non preoccupatevi, tanto non verrà nessuno. Io sono stato all’Expo di Shangai due volte, sia quando lo preparavano quattro anni prima (ero stato invitato a vedere i cantieri), sia quando l’hanno aperto. Loro quattro anni prima sapevano già quello che dovevano fare, a Milano non lo sanno neanche adesso. La programmazione non c’è. In cambio, però, abbiamo la restituzione di favori. A Germano Cena, che si è occupato solo di arte concettuale, danno 750mila euro per organizzare una mostra sulla storia dell’alimentazione. Questo è uno scandalo, perché 750mila euro sono dati al Sovrintendente del Ministero in tutta la sua carriera. In Italia però nessuno reagisce. Il problema italiano non è il fenomeno delle porcherie, dei favori, delle amicizie fino ad arrivare alle corruzioni: è l’incapacità da parte del corpo sociale di reagire. Io mi trovo in un paese dove la metà dei miei cromosomi sono italiani, l’altra metà hanno fatto la ghigliottina. La mia parte che ha fatto la ghigliottina soffre davanti alla mia parte polemica. Non riesco a metterle d’accordo e per questo morirò per schizofrenia. La storia di Germano Cena, se fosse stata fatta in un contesto europeo, sarebbe già in tribunale. Perché qui non ci si incazza? Porca miseria, incazzatevi! Non indignatevi, bisogna andare oltre.

 

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