DI MATTEO, GALATINA TI SCORTA- LORENZO CANDIDO (anno 4, n.2)

Nino Di Matteo, magistrato impegnato del processo relativo alla trattativa Stato-mafia, rischia di saltare in aria. Di Matteo è sotto scorta dal 1995 e, nonostante i suoi siano uomini addestrati e preparati, ora la scorta non è più sufficiente.
“Il tritolo per l'attentato a Di Matteo è già a Palermo”. Sono queste le dichiarazioni di Vito Galatolo, figlio di Vincenzo “Enzo” Galatolo, ex boss dell'Acquasanta.
Lo stesso Enzo Galatolo coinvolto nell'omicidio del generale Dalla Chiesa (per il quale ora sta scontando un ergastolo) e nel fallito attentato all'Addaura nei confronti di Falcone.
Sua figlia Giovanna, ora divenuta collaboratrice di giustizia, dichiara: “Mio padre comanda ancora dal carcere”.
Il tritolo presente a Palermo, oltre che le minacce di Totò Riina, fanno di Di Matteo un morto che cammina.
Per salvaguardare la vita del pm da un anno si richiede il bomb jammer. Il jammer è un dispositivo in grado di disturbare le frequenze e di rendere innocui i telecomandi che azionano le bombe utilizzate negli attentati.
La richiesta del dispositivo in realtà era stata accolta dal ministro Alfano nel 2013 ma, successivamente, per “motivi di sicurezza” il jammer non è stato concesso. Eppure è usato dal Papa ed è stato utilizzato da Obama durante il suo ingresso in Italia.
E allora, perché Alfano non concede il jammer? Perché condanna l'utilizzo del dispositivo senza prenderne neanche uno in esame?
Il ministro propone a Di Matteo di spostarsi attraverso il blindato Lince: un vero e proprio carro armato utilizzato dai militari in missione. Chi se lo immagina un magistrato che si sposta nelle strade di Palermo con un carro armato? La proposta sembra assurda e a dir poco ridicola. Ad una recente richiesta di jammer Alfano ribadisce: “Di Matteo è super protetto, il bomb jammer si usa in guerra”. Il mio Stato insieme a Riina sta condannando a morte Di Matteo e i suoi uomini.
Ma ciò che rende ancora più critica la situazione del magistrato è il suo stato di isolamento.
I media troppo spesso sminuiscono l'importanza di Di Matteo giungendo fino alla delegittimazione dello stesso. E' nostro il compito di dimostrare a Nino Di Matteo che non è isolato e che non lo sarà mai.  Solo in questo modo continuerà ad avere la forza di andare avanti. Noi sappiamo, e il diritto di informarsi e di informare gli altri non ce lo potrà mai negare nessuno. Né Riina, né Messina Denaro né tanto meno il ministro dei miei stivali. Non vogliamo un'altra strage. Non voglio vedere lacrime ipocrite di persone che piangono il loro magistrato morto senza aver mai mosso un dito per sostenerlo quand'era in vita. Di Matteo, i giovani ti scortano. Galatina ti scorta.

“Se la gioventù le negherà il consenso anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”
                                                                                                                                        -Paolo Borsellino

 

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