NIENTE SI CREA, TUTTO SI DISTRUGGE- ALICE LONGO (anno 4, n.2)

Avvolti in un mondo in cui tutto è natura, la osserviamo con interesse e stupore chiedendoci quali leggi inafferrabili ci sfuggono per una sua più completa comprensione. Chiusi in casa in un atteggiamento quasi di distacco, la guardiamo incapaci di carpire la semplicità del suo segreto, chiedendoci cosa si celi dietro la sua meraviglia e quando, dopo averci messo in vita, ce la toglierà senza l'onere di darci una spiegazione. Viviamo su un pianeta che è stato reso da una serie di fortuiti eventi non solo un ammasso roccioso, ma anche popolato di vita. La giusta stella intorno a cui ruota, abbastanza distante da non rimanerne scottata, è come un innamorato che gira intorno all'amato e il giusto satellite a sua volta le ruota attorno senza abbandonarla mai. Quella della Terra è una precarietà vitale, minacciata dai mille pericoli dell'universo e dalla stessa sostanza di cui è composta: magma bollente nel suo nucleo, chilometri sotto i tranquilli prati e le pacifiche spiagge e venti sferzanti che violentano le candide cime delle montagne. Un cuore pulsante e un alito misterioso. Il mistero ha sempre attratto l'uomo, che voleva possedere la meraviglia della natura, essendo egli un essere limitato e imperfetto. Ma col passare dei secoli l'umanità non si è più accontentata di meravigliarsi al suo cospetto o favoleggiare su di essa; ha tentato per colpa delle manie di progresso, possesso e potere di modificarla, eliminarla e oltraggiarla. Ma la natura è vendicativa, lei non ha bisogno di scoperte miracolose o macchinari tecnologici poichè ha in sé il terrificante potere della distruzione, un arguto stratagemma: la morte. E così l'imponderabile natura con solo quattro strumenti a disposizione, acqua, aria, terra e fuoco, ha la sua rivincita e gli uomini rimangono nudi e indifesi di fronte alla sua forza. Tra tornado, eruzioni e terremoti l'esempio più recente e vicino a noi sono le alluvioni che stanno distruggendo Genova e i sacrifici, i sogni, i risparmi e le case dei suoi abitanti inermi. Per quanti argini, edifici antisismici, e precauzioni possiamo costruire nulla può l'uomo di fronte all'ingegno della natura che si riprende poco a poco ciò che temporaneamente le abbiamo usurpato.

 

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