POLITIFOBICI - ALESSANDRO CARCAGNI' (anno 2, n.4)

La politica vi fa paura. Non certo quella dei partiti/ladri che comunemente chiamiamo così. Ad atterrirvi è piuttosto la consapevolezza di essere causa dello stesso marciume che tanto criticate al “sistema”.
Il sistema. Quest’entità astratta, che vedo concretizzarsi sulle vostre facce spente e menefreghiste. Facce libere di farsi massificare e controllare dalle necessità del potere.
Odio vedervi disgustati al solo sentir pronunciare la parola politica, perché disorientati dai politicanti, quelli che hanno trasformato la più nobile delle virtù in smodata brama di successi personali.
Odio che voi siate convinti che liberarvi dall’impegno politico sia rendervi liberi di sviluppare la vostra individualità, senza rendervi conto, o forse senza ammettere, che scegliere di non fare una scelta politica, vi porti ad essere sovrastati dalle scelte di una collettività, che potrebbe essere influenzata dal vostro spirito critico.
Odio che il vostro spirito critico sia deleterio giudizio per partito preso.
Odio che la vostra libertà sia mero “diritto di fare, dire e pensare ciò che si vuole”.
Odio che il Mio Stato, il Nostro Stato, abbia paura di educarci ad essere Cittadini coscienti e liberi.
Odio che lo Stato e la nostra Costituzione siano solo formalità.
Odio vedervi convinti che la politica siano i partiti. Non riesco a pensare che i partiti facciano “politica”.
Odio sentire lamentarvi del fatto che dobbiate affidarvi alla sanità privata per il malfunzionamento di quella pubblica.
Odio sentire il vostro silenzio rassegnato di fronte a politiche sanitarie di tagli  incostituzionali.
Odio sentirvi dire che “è tutto un magna magna”.
Odio sapervi evasori perché “se rubano tutti, lo faccio anch’io”.
Odio che gli ideali siano morti perché nemici del “benessere” moderno.
Odio che non siate pronti a cambiare idea sulle vostre convinzioni, mentre siete contraddittori con i vostri principi.
Odio uno Stato che non si preoccupa di un popolo massificato, di rendere i suoi individui critici e renderli utili alla collettività, a tutti, a se stessi, perché troppo impegnato in rovinosi giochi di potere.
Odio che nella consapevolezza di essere tutti esseri umani, cittadini liberi, portatori di diritti naturali, l’uguaglianza venga ancora confusa con il conformismo.
Odio che voi confondiate le parole politica, istituzione e potere.
Odio che l’istituzione confonda, per la smania di potere.
Odio che per mantenere le vostre pallide certezze, su cui si basa la vostra esistenza, evitiate la discussione politica, per paura di mostrarvi per una volta umili, uomini finiti, privi di assolutezza.
La politica vi fa paura, perché temete di poter essere diversi, di poter pensare in maniera differente dalla massa. Non si tratta di finto eroico anticonformismo, ma di una presa di coscienza. Vi fa paura al tempo stesso il confronto, con altre persone o con voi stessi, per paura di perdere quelle linee guida che confondete con le idee.
La politica è cambiare idea. La politica è rigetto dell’ignoranza, dell’indifferenza verso la realtà che ci circonda, dell’indifferenza verso la vita.
La politica è avere piena coscienza di sé in una realtà molto più grande della cerchia ristretta dei nostri interessi.
La politica è adatta a tutti, anche agli egoisti individualisti. Scelte individuali portano a conseguenze collettive, così come scelte collettive portano a conseguenze individuali. Non si può farne a meno.
La politica è libera discussione, confronto, libero pensiero. Aver paura della politica è aver paura di pensare liberamente, di vivere attivamente la propria esistenza.

 

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