"LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE!" - ALESSANDRO CARCAGNI' (anno 2, n. 1)

Si avvicina sempre di più la stagione elettorale; il periodo che ci attende da qui alla prossima primavera sarà l’ennesimo calvario di finte promesse, comparse in tv, con l’aggiunta di una serie di demagogiche e fittizie critiche all’operato del governo tecnico, che dal dicembre 2011 ha riportato l’attenzione dell’opinione pubblica (necessariamente) sui temi caldi della politica del nostro paese.
L’interesse per la cosa pubblica è aumentato ai fini della tutela del proprio portafoglio, ma allo stesso tempo l’astensionismo ha raggiunto il 49,6%, incrementato dal risentimento per l’attuale classe dirigente, lo stesso risentimento che influenza i sondaggi che danno il “Movimento 5 stelle” al 17,6 %. Riguardo al movimento rappresentato da Beppe Grillo si è detto di tutto, se n’è parlato negativamente e positivamente, è stato al tempo stesso definito “l’ennesima ondata di antipolitica” e “la piena realizzazione della democrazia partecipata”. Il M5S è stato, nell’ultimo periodo, al centro delle polemiche in seguito a delle lotte interne venutesi a creare dopo le affermazioni del consigliere regionale Giovanni Favia, membro del Movimento, in un fuori onda di “Piazzapulita”, il programma condotto da Corrado Formigli su la7. Favia afferma, nella certezza di parlare a microfoni spenti, che «Nel Movimento 5 Stelle non c’è democrazia», che le redini della terza forza politica in Italia sono nelle mani di Gianroberto Casaleggio, uno dei massimi esperti di marketing via internet, coordinatore del blog di Beppe Grillo e cofondatore del movimento stesso. Le affermazioni di Favia contraddicono il percorso e gli obiettivi del Movimento 5 stelle, nato dal bisogno di eliminare le distanze createsi negli anni tra la politica e i cittadini.
C’è chi crede che si tratti di una campagna diffamatoria nei confronti di Beppe Grillo e del Movimento, per sventare la minaccia incombente dei “Grillini” in parlamento; altri credono che il M5s non si stia dimostrando una reale alternativa all’attuale classe dirigente. Tutto questo ci dà un quadro panoramico della struttura del M5s, ma ciò che a mio parere è maggiormente degno d’attenzione è il fine ultimo che il movimento si è prefissato, il raggiungimento della “Democrazia reale”, la definitiva eliminazione del sistema rappresentativo, da sostituire con uno di tipo “Partecipativo diretto”. La domanda che dobbiamo porci è: per quanto gli obiettivi del M5s siano validi e utili alla realizzazione della Democrazia reale a cui molti aspirano, siamo realmente pronti a intraprendere la strada della politica partecipata? Siamo storicamente, politicamente “pigri”, abituati a lasciarci guidare da personalità forti e con un’inesistente cultura politica; una scarsa educazione alla partecipazione ci ha portati ad avere una visione distorta della società, visione in cui la politica è cosa lontana dalla quotidianità della vita.
Alla base del nostro sistema sbagliato c’è un sistema educativo sbagliato, viviamo in una società in cui l’interesse per la politica
di un diciasettenne (a un anno dal raggiungimento del diritto al voto) è un valore aggiunto, non una necessità antropologica.
Un cambiamento di tipo politico necessita un cambiamento culturale, educativo; la partecipazione deve essere attiva e ponderata.

‹‹In democrazia nessun fatto di vita si sottrae alla politica››.
                                                                                       (Gandhi)

 

 

 

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