WE ARE BACK - ALESSIO GIAFFREDA (anno 2, n.1)
Gli psicologi espertoni, quelli irritanti vestiti di grigio con gli occhialetti sulla punta del naso, ci dicono che sia normale, da adolescenti, cambiare spesso umore, stato d’animo, e anche modo di vedere le cose.
Obiettivamente, se vi guardate indietro, anche semplicemente pochissime settimane fa, eravate qualcosa di diverso da quello che vi ritrovate nella mente e nel corpo in questo momento. Qualcuno è cambiato radicalmente, qualcuno ha solo modificato piccoli dettagli. Ma tutti, proprio tutti, hanno reazioni diverse nei confronti di ciò che incrociano sulla loro strada; e proprio tutti possono constatare di avere intorno persone diverse (qualcuno è scappato via, qualcuno è arrivato dirompente), cose diverse e teste diverse.
Oh, le nostre teste. Le nostre teste continuamente bastonate da tutto. È quasi buffo pensare quanto siano sensibili nei confronti del mondo, fatto di un'incredibile gamma di colori dell’animo.
È sufficiente guardare sullo scaffale della propria quotidianità: vi ritroverete davanti gli sguardi di tutti coloro che vi circondano. Ad un’attenta analisi riconoscerete il buono, il sincero, l’intraprendente, il sicuro di sé, il cinico, lo snob, il frustrato, la romantica, la bellissima dentro e fuori, il timido, il coglionaccio, lo scemo, l’innocente, il bugiardo, il rockettaro, il rompipalle, quello fuori dal mondo, l’onesto, il disonesto.
È spettacolare! Ogni giorno noi ritroviamo miliardi di sfumature di essere. E ci viviamo insieme, a volte proprio a contatto. Ognuno con la propria testa bastonata da pensieri diversi, storie diverse, ricordi diversi, reazioni diverse, punti di vista diversi. Non esiste neanche un individuo uguale a qualcun altro. E non è per niente una cosa bella. È magnifica.
Nonostante questo splendore sia continuamente minacciato dallo sforzarsi di essere ciò che non siamo. Per diversi motivi: conformismo, stupidità, armature. Armature per difendersi dagli altri e da se stessi, costruite per non far vedere la nostra vera unicità. Ecco, nonostante questo, la sera, nel letto, vi ritroverete con la parte vera di voi. E molti di voi piangeranno.
Bene, ho esaurito la parte squallidamente sentimentale. Reduci dall’ennesima estate, ci immergiamo di nuovo nei nostri mondi. Insieme al tutto, torna la scuola, probabilmente il più gran miscelatore di sguardi.
E ( Occristo, quanto mi sento commerciale a dirlo!) insieme alla scuola torna il giornalino, attraverso cui, qualora vi andasse, potete sputare fuori qualche pensiero in totale tranquillità, e con tutta la libertà che volete. Chi ci tocca la libertà lo prendiamo a calci nel sedere, noi. Ed è questo, ancora una volta, il nostro obiettivo: stimolare la vera libertà di ognuno dei nostri venticinque lettori (cento euro a chi coglie il parallelismo con Manzoni) per fargli conquistare tutto ciò che desidera.
“Eeeh, che ambizione, Giaffrè! Tutto ciò che desidera! Ma non esageri?!” Eh no! La libertà, quella vera, è un pass spendibile per entrare ovunque. Ma se non la scoprite, come fate ad usarla?
Ordunque, massa informe di alunni! Vi siete sorbiti l’ennesimo sermone: chi è arrivato fino a questo rigo gridi “Yeah!”. Dal prossimo numero mi limiterò a dieci righe che non vi tedino.
Come parlo bene.
In conclusione, mi sento più che obbligato a fare un saluto a Camilla Abbruzzese e agli altri ex giornalisti, che insieme a noi l’anno scorso hanno messo in piedi questo baraccone.
Buon anno, lettori. Che possiate avere la media giusta per partire per Londra, acciderbolina!