PER ASPERA AD ASTRA - GIADA SERRA (anno 2, n.6)

Mi sono fermata e ho pensato al futuro. Tra circa un mese le mie scarpe non oltrepasseranno più la soglia del Colonna. Ci si chiede di continuo quale sia la strada giusta da percorrere. Ci vuole coraggio, caparbietà, testardaggine per scegliere una precisa direzione che combaci con il coronamento dei nostri sogni. Mi sembra ieri che timidamente, con i capelli un po’ arruffati, mi accingevo ad entrare nel mondo della scuola superiore, eppure noi ragazzi del quinto anno siamo ormai arrivati in un soffio al capolinea. Penso a quante volte mi sono girata e rigirata tra questi banchi sempre cosparsi di autografi, frasi di canzoni, versi poetici, disegni intagliati con le forbici, date da ricordare. Quante volte ho seguito con attenzione le parole dei professori e quante volte invece a prima mattina ho 'maledetto' quei volti sognando il mio letto caldo. Quante volte ho guardato gli alberi del cortile scolastico immaginando che le parole di Dante o di Omero prendessero vita per ritrovarmi catapultata in terre lontane, tra civiltà antiche, tra le melodie di un ricco simposio greco, nei gironi di un universo ultraterreno. La filosofia, la storia, il greco e il latino sono state certo materie impegnative, ma allo stesso tempo il ponte perfetto per toccare il cielo con i polpastrelli e assaporare il gusto salato della cultura. Il fascino del pensiero, la bellezza di una poesia, sono la giusta ricompensa per chi è affamato di sapere. Scuola che prima di trasmettere nozioni ha trasmesso emozioni. Perchè è qui che si impara a vivere seguendo delle regole, è qui che ci si ribella per affermare i propri diritti, è qui che si conoscono visi amici che ci porteremo nel cuore per il resto dei nostri giorni. Scuola come società in miniatura, come palestra per la mente, come portatrice di buona educazione e rispetto reciproco. Scuola non come passiva acquisizione di insegnamenti, ma come un viaggio attraverso quei libri che ci hanno permesso di formare un nostro metodo, attraverso la dedizione, la voglia di scoprire e di mettersi alla prova. Non nascondo che molto spesso ho desiderato mollare, ma adesso che guardo il mio percorso di studio attraverso un flashback mi pento di non aver vissuto al massimo ogni momento. E' sempre così, quando stai camminando in fretta su di una strada, è come se molte cose le trovassi scontate, quasi ripetitive, di poco conto, ma guardando il tutto per un attimo in maniera distaccata, si analizza sempre ciò che avremmo potuto fare meglio, ciò che abbiamo fatto con la massima passione, ciò che è stato un dettaglio determinante. Io sono contenta di aver lasciato un pezzo di me all'interno di quest'istituto, il rapporto di amore e odio con queste mura mi ha fatto crescere e ha reso questi anni importantissimi. Ho imparato molto, i miei errori li ho commessi ed è da quelli che sono rifiorita. Questa scuola è stata un po’ come una seconda famiglia, una casa in cui sentirsi accolti, un luogo in cui non mancano i problemi che è stato bello risolvere tutti insieme, uniti. Siamo stati come un paesino di 300 abitanti, in cui tutti si conoscono e si incontrano e scontrano di continuo, in cui tutti sono accomunati dagli stessi interessi. Insomma per concludere dico solo che tutto questo mi mancherà e che il liceo è stata la COLONNA portante della mia giovinezza e dei miei cambiamenti mentali e fisici. Adesso si guarda alla maturità, o meglio si guarda semplicemente al futuro. Siamo pronti a tuffarci? Chi più, chi meno. Sicuramente non manchiamo di determinazione. Buona fortuna a tutti, auguro a chi resterà ancora tra le aule di questa scuola di pensare con il sorriso in volto che sta costruendo tassello dopo tassello la formazione per una vita degna di questo nome.

 

 

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