IL FARE - ALESSIA ALBANESE (anno 2, n.3)

Il XXI secolo è un periodo di crisi dove si scontrano diversi ideali e vengono a crollare dei principi che costituivano i pilastri della nostra società.
Accendiamo la televisione, ascoltiamo la radio, apriamo la home di internet e che cosa ci troviamo davanti? Solo fatti di cronaca nera, di politica, tutte notizie negative che contribuiscono a fare dell’Italia uno stereotipo di paese negativo. Si parla tanto di crisi, non solo dal punto di vista economico, ma si parla anche di crisi dei valori.
Purtroppo ci vengono proposti dalla società dei modelli che non favoriscono l’accrescimento di noi adolescenti che rappresentiamo il futuro dell’Italia, ma altri che continuano ad alimentare una polemica che sta alla base di qualsiasi Paese. Allora mi chiedo: perché non focalizzare l’attenzione su ciò che di buono c’è nel nostro territorio? Perché una notizie negativa crea più audience di una positiva? Ci dicono ripetutamente di attivarci in prima persona per creare un mondo migliore e poi che fanno? Ci tagliano le gambe in qualsiasi iniziativa? Dopo una serie di domande e di mancate risposte ho pensato nel mio piccolo di fare qualcosa per gli altri, che ci arricchisce umanamente e che contribuisce a risollevare l’aspetto e i valori che via via vanno scomparendo.
Nella nostra scuola centinaia e centinaia di bottiglie di plastica finiscono nei cestini della spazzatura e successivamente nelle discariche, aumentando il tasso di inquinamento del pianeta; e allora perché non usare un rifiuto come strumento per fornire aiuto a chi veramente ne ha bisogno?
Raccogliendo in un apposito contenitore i tappi di plastica delle bottigliette d’ acqua, potremmo regalare un sorriso a ragazzi che sono portatori di handicap offrendo loro un ausilio concreto, quale una carrozzina per facilitare ogni movimento.
Quindi proporrei una campagna di sensibilizzazione della problematica per risollevare l’animo a chi pur soffrendo crede ancora nella possibilità di avere un futuro migliore.