(Editoriale) - ALESSIO GIAFFREDA (anno 2, n.3)

Questo giornale, lo abbiamo sempre ribadito, è libero.
“Libertà”, per noi, non significa soltanto mancanza di censura e di spade di Damocle che pendono sulle teste di chi scrive.
Per noi la “Signora Libertà”, come la chiamerebbe De Andrè, vuol dire anche defilarsi da qualsiasi tipo di impostazione ideologica, vuol dire rifiutarsi di seguire schematicamente un ordine di idee senza senso critico.
La parola “linea”, da questo giornale, è bandita. L’unica “linea” che seguiamo è quella della Libertà. Tutti hanno la possibilità di scrivere dando sfogo ai propri pensieri, senza il minimo pericolo di essere zittiti. E tutti possono, allo stesso modo, dissentire dal pensiero di qualcun altro, con una replica. Non esiste una Redazione “stabile” e immodificabile, ma solo qualche elemento che scrive in maniera sistematica: sul retro di questo opuscolo trovate sempre un indirizzo e-mail al quale rivolgervi. Senza naturalmente considerare la possibilità di intercettarci per la scuola. Ciò significa che tutti possono trovare spazio su queste pagine.
Nessuno, qui, scrive ciò che gli viene imposto. Tutti hanno la più piena facoltà di scelta dell’argomento, che a volte nasce dal cronista, a volte è frutto di una proposta di chi si occupa dell’organizzazione delle pagine. E’ un giornale orizzontale, “liquido” come si direbbe oggi, gestito da alcune persone in particolare, al solo fine di proporre un prodotto ordinato e completo.
Chi, dunque, vuole obiettare/dire/proporre/sostenere/esprimere, ha una sola azione da compiere: farlo.
Le critiche sono sempre ben accette, quando sono fatte con cognizione di causa e sono costruttive. “Tutto il resto è noia.”