SULLA STRADA- PAOLA GALLUCCIO (anno 4, n.2)
Poco fa, per la prima volta, ho sentito parlare di un film intitolato Gioventù Bruciata (Rebel Without A Cause in lingua originale), cult movie del 1955. Il tema principale di questo film è appunto la “Gioventù bruciata” americana degli anni Cinquanta, fatta di giovani esaltati, “ribelli senza motivo”, che si danno alle corse clandestine e assumono droghe pericolose, rendendo il “Vivi al massimo, muori giovane” la propria filosofia di vita. Gioventù bruciata è anche uno dei tanti nomi con cui viene indicata la Beat Generation, una corrente ideologica e letteraria sviluppatasi nello stesso periodo, di cui Jack Kerouac, autore del celebre romanzo Sulla Strada, è uno degli autori di riferimento. Devo ammettere che, all’inizio, credevo che Sulla Strada fosse un romanzo “sporco” alla Bukowski, con miserabili accattoni e alcolizzati dalla vita autodistruttiva come protagonisti (non ho nulla contro l’alcol, ma Bukowski proprio non mi piace); non mi sarei mai aspettata che Sal e Dean (protagonisti della storia e trasfigurazioni letterarie di Kerouac e Neal Cassidy), attraversando in autostop le interminabili highways dell’America e del Messico, animati solo da un’infinita ansia di vita e di esperienza, mi avrebbero costretto a cambiare idea. Sulla Strada è il manifesto di un’intera generazione, la Beat Generation, caratterizzata dall’assenza di interessi politici, dalla sordità ai credo religiosi ortodossi e dall’incapacità di seguire le norme morali dei coetanei “perbene”. Insomma, agli adulti del tempo non mancavano i pretesti per considerare questi ragazzi degli amorali irresponsabili-viziosi-criminali. La locuzione “gioventù bruciata” non rende affatto giustizia a ciò che è stata la Beat Generation: questi ragazzi avranno anche bevuto, fumato spinelli e girato gli USA con l’autostop, ma hanno anche suonato e improvvisato jazz, prodotto splendidi romanzi e composto bellissime poesie: che dire di Mexico City Blues, in cui Kerouac “jazza la lingua americana”?
E che dire del movimento Hippie del decennio successivo, che affonda le radici in questa fantomatica “gioventù bruciata” e che, con il suo ideale di pace e libertà, si è opposto strenuamente alla terribile guerra del Vietnam?
Kerouac, grazie a tutto questo, è riuscito a regalarci uno splendido romanzo in cui, oltre tutto, è facilissimo immedesimarsi: chi di noi non ha mai desiderato lasciarsi tutto alle spalle..e andare?