ON THE ROAD - REBECCA FILIERI (anno 2 n.5)
Jack Kerouac è il padre della “beat generation”, la gioventù bruciata statunitense del secondo dopoguerra, nata nella Columbia University negli anni Cinquanta dall’incontro di Kerouac con altri giovani irrequieti e disperati come Allen Ginsberg, William Burroughs e Neal Cassady. Sono poeti anticonformisti che amano la vita, ma rifiutano gli schemi sociali e morali, vivono senza pudori o restrizioni inseguendo la felicità contro ogni norma di buon costume puritano. Giudicati volgari edonisti della generazione perduta, hanno prodotto urli di protesta e scavi psicologici che costituiscono oggi alcuni pilastri della poesia e della narrativa moderna. Tra questi “On the road”, il romanzo autobiografico di Kerouac, il manifesto del movimento beat. Dean e Sal, trasfigurazioni letterarie di Neal Cassady e Jack Kerouac, si mettono in viaggio per tutto il continente americano, animati da un’ansia continua di vivere e fare esperienza e da un’inquieta voglia di conoscere. Con uno stile quasi frenetico, Kerouac ti fa viaggiare con lui, in autostop, su auto a noleggio, auto rubate, autobus e a piedi. Segui instancabilmente le sue incoscienti avventure, trascorri con lui e Dean le serate tra alcol, marjuana e benzadrina, balli fino al mattino sulle note improvvisate del jazz, che è la colonna sonora del romanzo. Quasi con la sensazione di avere la fronte imperlata di sudore e i piedi doloranti, tra piaceri fisici immersi in crisi esistenzialiste, cerchi con i protagonisti, attimo dopo attimo, il senso della vita e la percezione del tempo. “On the road” è la storia dell’amicizia, dell’amore, del sesso, della ricerca di sé, del fallito tentativo di reinserirsi in società, del desiderio di appartenenza, della fuga dalla noia e dalla paura della morte. E’ la storia di erranti animi irrequieti e di sogni sospesi. È la storia di pazzi perché, come dice Sal, “Le uniche persone che esistono per me sono i pazzi, i pazzi di voglia di vivere, di parole, di salvezza, i pazzi del tutto e subito, quelli che non sbadigliano mai e non dicono mai banalità ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi d’artificio gialli che esplodono simili a ragni sopra le stelle e nel mezzo si vede scoppiare la luce azzurra e tutti fanno ‘Oooooh!’ “.
Bob Dylan disse che “On the road” ha cambiato la sua vita, e quella di molti altri. Ai nostri giorni un libro non ha questo potere, ma ci rende coscienti di quanto poco viviamo.