NELLE TERRE SELVAGGE - REBECCA FILIERI (anno 2 n.6)

“Da due anni cammina per il mondo. Niente telefono, niente biliardo, niente animali, niente sigarette. Il massimo della libertà. Un estremista. Un viaggiatore esteta la cui dimora è la strada. Scappato da Atlanta. Mai dovrai fare ritorno perché the west is the best. E adesso, dopo due anni a zonzo, arriva la grande avventura finale. La battaglia climatica per uccidere l'essere falso dentro di lui e concludere vittoriosamente il pellegrinaggio spirituale.

Dieci giorni e dieci notti di treni merci e autostop lo hanno portato fino al grande bianco del Nord. Per non essere mai più avvelenato dalla civiltà, egli fugge, e solo cammina sulla terra per smarrirsi nella foresta.” –Alexander Supertramp, maggio 1992.

Nell'estate del 1990, appena conseguita una laurea con lode all' Emory University, Christopher Johnson McCandless sparì dalla circolazione. Cambiò nome, diede in beneficenza tutti i risparmi, circa ventiquattromila dollari, abbandonò l'auto con quasi tutti i beni personali, bruciò i contanti nel portafoglio e s'inventò una nuova esistenza ai margini della società, peregrinando attraverso l'America del Nord in cerca di un'esperienza pura e trascendentale. La famiglia non sapeva dove il ragazzo si trovasse né cosa gli fosse capitato, finché un giorno in Alaska non ne fu trovata la salma. Jon Krakauer, giornalista e alpinista, ne racconta l’avventura nel libro “Into The Wild”, tramite una raccolta di lettere dello stesso McCandless , le testimonianze delle persone che incontrò nel suo viaggio e i parallelismi con la propria vita e con quella di altri “fuggitivi”. Chris McCandless, ha tutto dalla vita, ma la abbandona, diventa Alexander Supertramp, erra per l’America, e si circonda di libertà. Ciò che gli importa è nutrirsi, sopravvivere e godersi la solitudine. E’ la bellezza della foresta che gli serve. Non vuole la civiltà con il suo tran tran, non vuole una carriera, non una casa. Vuole il cielo stellato, non il soffitto, vuole la pace del selvaggio, non lo scontento della città. Vuole di più dalla vita, e con il suo zaino in spalla, come pochi altri hanno fatto, ne coglie la vera essenza, quella primitiva e pura.

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