ATTACCANTE NATO - GIULIO PAPADIA (anno 2 n.1)
“Venghino, lor signori, venghino, c’è il campione del calcio ma c’è soprattutto Lei, la grandissima Stronza, l’unica e inimitabile, protagonista timida e nascosta in anteprima per voi. Venghino, lor signori, venghino”.
La Stronza. Così la chiama Stefano Borgonovo, ex centravanti di Serie A che quando era all’apice della sua carriera ha militato anche nella Fiorentina e nel grande Milan, nella sua autobiografia “Attaccante nato”, scritta con il giornalista sportivo Alessandro Alciato. La Stronza è la SLA , detta anche "morbo di Gehrig". La malattia dei calciatori, dicono, ma che nulla ha a che fare con il doping, garantisce Borgonovo. Lui con quello schifo non ha mai avuto a che fare. Si tratta di una delle malattie più letali e misteriose che esistano. Una malattia subdola, che colpisce in silenzio e piano piano ti porta non solo alla morte, ma all’incapacità di svolgere le azioni più semplici. E ciò, forse, è persino peggio, perché priva l’essere umano anche della sua dignità.
Il suo calvario ha avuto inizio quando un pomeriggio piovoso, dopo un allenamento con i ragazzini della sua Scuola Calcio, è scivolato in una pozzanghera e si è rialzato con gran fatica. La lingua ha iniziato a ritirarsi. Anche parlare ben presto è diventato più difficile. Dapprima si è manifestato l’affanno che rendeva necessarie numerose pause, poi la Stronza si è presa tutte le lettere, partendo dalla S e dalla R. E ora Stefano può muovere solo le pupille, infatti il suo libro lo ha dettato tramite un computer che gli consente di comunicare.
Sembra paradossale che un atleta, che dovrebbe rappresentare la quintessenza della salute e dell’efficienza muscolare, sia condannato a una punizione tanto pesante. Borgonovo è bersaglio innocente di un’assurda legge del contrappasso.
Il libro risulterà avvincente per tutti gli appassionati di calcio, è ricco di aneddoti, flashback, riferimenti agli episodi più significativi della sua luminosa carriera. L’aspetto che più piace di questo libro, però, è sicuramente ciò che riguarda il vissuto di Borgonovo, il suo lato umano che ci racconta molto più della sterile cronaca sportiva. Stefano è assistito dalla straordinaria e combattiva moglie Chantal dal 2005 (anche se la malattia è stata resa pubblica solo nel 2008).
“Attaccante nato” è fantastico, è un libro pieno di ottimismo e speranza, commuove e fa riflettere. Chiudo citando un passo molto toccante: “Vivere o morire? Vivere o morire? A dirla tutta, scegliere è stato meno complicato del previsto. Perché se uno ci pensa bene, se è lucido abbastanza per capire, scopre che la vita è la cosa più bella che esista […] Certo che voglio andare avanti, la domanda in fondo era stupida”