SI', C'E' UN EROE - FRANCESCO RESTA (anno 2, n.2)

Mentre scrivo queste righe è in corso il Gran Premio di motociclismo della Malesia a Sepang. Un attimo di pazienza, non è un altro mio noioso articolo sui motori. Un anno fa esatto ci ha lasciati un icona del motociclismo mondiale, Marco Simoncelli. Il "Sic", per chi non lo avesse già compreso dal titolo. Ancora pazienza. Non sarà un elogio delle sue doti morali, umane e professionali, ma una piccola riflessione sul suo pazzo mestiere e il destino che lo ha portato a lasciarci. Per chi usa la moto, sa cosa significa letteralmente "possederla". Essere in simbiosi con un qualcosa che non è solo ferro su due ruote, ma un essere quasi mitologico che non si sa mai che parentela abbia con il proprietario, se moglie, padre madre o cosa. Se siamo noi stessi in versione "meccanizzata". Per molti è stupido come interesse, sono punti di vista. Pericolosa. Si lo è. Costosa, inteso anche come costo di vite, è anche questo. Ma è la vita che è così. Pericolosa e totalizzante. È  la passione la nostra stessa vita. In questo Simoncelli è stato eroico. Non è detto che eroe sia solo chi salva donzelle in difficoltà da draghi medievali. Eroe è chi da tutto per inseguire i propri ideali. Chi sacrifica la propria preziosa vita per qualcosa in cui crede fermamente, pronto a rinunciare a tutto pur di dimostrare di essere il migliore. Eroe è semplicemente chi fa il proprio mestiere, insegue le proprie passioni, anche a 300km/h, con onestà e tenacia. Qualità che oggi servirebbero a chi occupa i piani alti. È questo quello che dobbiamo leggere nel Sic. Tra le righe. Questa vita è tutto un leggere tra le righe. Ciò che non sembra è, ma non è visibile a tutti. Solo a chi sa cogliere questa sottile differenza tra il sembrare e l'essere. È la sua prematura morte che lo fa essere Eroe moderno. È questo che bisogna leggere tra i minuscoli, infinitesimali spazi che dividono le lettere del suo nome e la modalità della sua tragica fine. Un insegnamento che va al di là delle apparenze. Che è tra le righe. Morti come le sue ci fanno riflettere. Troppe, troppo, di troppi amici. C'è un significato, un motivo per tutto, sta a noi coglierlo. Tra le righe.