LA FAMIGLIA SECONDO ROCCO PAPALEO - Giuseppe Mauro per IntervallaInsaniae.it

Il poliedrico artista Rocco Papaleo, dopo l'inatteso ma giustamente premiato exploit dell'esordio in cabina di regia in Basilicata coast to coast, torna dietro la macchina da presa con la commedia Una piccola impresa meridionale, una storia corale ambientata in un sud generico e indefinito, terra di tipi tosti e fuori dalle righe. Qui troviamo Costantino (Rocco Papaleo), un prete fin da piccolo “tifoso di Gesù Cristo” che, a causa di un capriccio amoroso e non volendo rimanere nell'ambiguità, decide di spretarsi e torna nel suo paesino per dirlo a Mamma Stella (Giuliana Lojodice). Anche lei, però, ha le sue gatte da pelare: infatti la figlia Rosa Maria (Claudia Potenza) è partita con l'amante lasciando il marito Arturo (Riccardo Scamarcio) in balia delle voci maligne della cittadina. Per evitare un altro scandalo, la madre lo manda in esilio forzato nel loro faro vecchio e fatiscente, in attesa che si calmino le acque. Invece di rimanere isolato, il faro comincia ad essere frequentato da altri personaggi, tutti con un problema da nascondere: il “cornuto” Arturo; Magnolia, una prostituta da poco in pensione; la badante Valbona (Sarah Felberbaum) e la figlia di Mamma Stella, infine una pittoresca e stravagante ditta di ristrutturazione, la Meridionale s.r.l.s. ( società a responsabilità limitatissima). A partire da questi problemi la combriccola si dovrà interrogare sul proprio futuro e sulle proprie scelte. Papaleo ci racconta questa vicenda di personaggi in cerca d'identità con uno stile difficile da definire, tra il reale e il surreale (secondo l'autore, però, si chiama verosimilismo). Da un lato diverte grazie a battute efficaci e non volgari, insieme ad alcuni momenti “cult” (su tutti Scamarcio che canta la canzone-simbolo di Rocco, La foca), dall'altro invece fa riflettere, proponendo nuovi modelli di famiglia e di amore, puntando anche sulla complessità della figura femminile, grazie alle ottimi ruoli incarnati da interpreti convincenti, prima fra tutte la Lojodice che troneggia con Mamma Stella. Inoltre è da sottolineare, oltre al gran lavoro di tutto il cast, la complementarietà della colonna sonora con la narrazione e, soprattutto, con i personaggi. Purtroppo tutto questo viene penalizzato in gran parte dal montaggio, reo di rendere troppo lungo e pesante il filo conduttore della narrazione, e dall'alternarsi di scelte di regia molto originali con altre molto scontate, rendendo quest'opera seconda, preceduta da fiduciose aspettative da parte del pubblico, in gran parte deludente. Una piccola impresa meridionale dunque perde al confronto con il primo film di Papaleo ed è come la musica jazz, tanto cara al regista, raffinata e umile allo stesso tempo, ma soprattutto frutto di improvvisazioni a volte riuscite e originali, a volte prevedibili e scontate: per i cultori della commedia scacciapensieri moraleggia un po' troppo, per gli amanti della commedia impegnata e sperimentale non trova i toni giusti per farlo. Meglio quindi il viaggio on the road di Basilicata coast to coast (2010) per comprendere meglio lo spirito fuori dagli schemi di Rocco Papaleo e, rimanendo in tema di famiglia, il pirandelliano Happy Family (2010) di Gabriele Salvatores. 

VOTO 7

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