CALDA ESTATE - EDOARDO MAURO (anno 2 n.1)
Calda estate …
Intendiamoci, non mi riferisco alla calura sahariana che tartassa le nostre città sin dalla fine di maggio, ma di un fenomeno ,quello del calcio no-stop, che colpisce di pari passo con gli appiccicosi scirocchi estivi. Il mondo a palla dovrebbe fermarsi, in teoria, verso la fine di maggio: tutti in vacanza, tutti al mare a costruire castelli sul bagnasciuga. Ma i castelli del nostro buon vecchio “giuoco” del pallone non sono fatti di sabbia, ma di trattative, contrattazioni e scartoffie varie. Infatti durante l’estate amministratori delegati, direttori sportivi e Raiola vari non vanno mica in
vacanza. Anzi: giugno, luglio e agosto sono i mesi in cui questi personaggi lavorano maggiormente, perché si svolge il calciomercato estivo, cult tipico dell’estate italiana, che scalda i cuori di ogni tifoso con contrattazioni al cardiopalma, che si concludono anche quando l’ ignaro è a combattere contro le fameliche zanzare notturne. I bar del centro si animano di pseudo-amministratori delegati di una grossa società, che urlano ai loro interlocutori chi si deve acquistare e chi no per creare una solida squadra a inizio campionato. Insomma il momento di pausa, diventa il momento più “caldo” di tutta la stagione.
Ma il calcio estivo non è stato solo un “compra & vendi”: quest’anno in Polonia e Ucraina si sono disputati i campionati europei di calcio, conclusisi con l’ ulteriore conferma della corazzata Spagna. Con il suo gioco “made in Barcellona e Real Madrid”, ha richiamato davanti agli schermi televisivi, chi
al bar, chi in giardino con una bevanda ghiacciata sul tavolino, numerosi appassionati. Il campionato europeo ha riservato però, anche una splendida sorpresa: infatti contro ogni aspettativa, la nostra nazionale, grazie alla giovane età dei protagonisti e all’ entusiasmo quasi adolescenziale del nostro mister Cesare Prandelli, ha eliminato l’ Inghilterra di Terry e Gerrard nei quarti, e la Germania in semifinale (con giusta rivalsa della pizza e del
mandolino, tanto irrisi dai soliti teutonici), inchinandosi solo in finale agli inarrivabili maestri spagnoli. Un risultato sorprendente, che lascia forse uno spiraglio al baratro senza fondo nel quale è caduto il calcio italiano. Sì, perché oltre a queste notizie, la nostra calda estate è stata
caratterizzata da un vecchio “vizio” italiano, che ha visto imputati, davanti al giudice, numerosi personaggi di questo sport. Per il fenomeno del calcio scommesse, sono stati condannati a ingenti penalizzazioni club di serie A e B, ma anche singole persone: il caso più scottante è stato sicuramente quello di Antonio Conte, allenatore della Juventus fresca campione d’Italia, per un
omessa denuncia, riguardo al periodo in cui allenava il Siena.
Insomma, sia nel bene che nel male, il nostro calcio non si raffredda mai.