JOHNNY DEPP ALLA FRONTIERA - GIUSEPPE MAURO (anno 2, n.7)

D'estate, quando misteriosamente film di qualità volano via come rondini per tre mesi e arrivano nelle sale pellicole farcite di supereroi invincibili o di grandiosi effetti speciali, capita di trovare qualcosa che, anche se non è un capolavoro, vale comunque il prezzo del biglietto. Quel qualcosa è The lone ranger ,un western che vede il ritorno di Gore Verbinski alla regia e di Jerry Bruckheimer alla produzione che, dopo aver reso Pirati dei Caraibi una miniera d'oro (è in cantiere il quinto capitolo della saga, come se quattro non ne bastavano), tentano un nuovo colpaccio prendendo una serie cult in America (iniziata in radio nel 1933 e continuata con la serie tv negli anni 1949-1957) e trasformandola in un kolossal hollywoodiano da ben 250 milioni di dollari.
La storia inizia in un luna park, dove un buon vecchio indiano in un diorama sul selvaggio West racconta a un bambino vestito proprio dal leggendario Lone Ranger come quest'ultimo sia diventato un mito. Infatti il giustiziere all'inizio è un imbranato uomo di legge di nome John Reid (Armie Hammer) non molto favorevole alle armi. Insieme allo svitato indiano Tonto (Johnny Depp), che è l'anziano narratore, in un'epica avventura da continui colpi di scena l'improbabile duo combatterà per la giustizia e diventeranno anche grandi amici. Pieno di tutti gli stereotipi del genere western (la ferrovia, gli indiani, il bordello, la miniera etc.), è un strano mix tra Tex Willer e un buddy movie , unendo all'avventura la comicità con chiari omaggi al cinema di Buster Keaton e Charlie Chaplin ma nonostante aver riproposto una formula vista anche nel primo Pirati dei Caraibi non colpisce fino in fondo, mostrandosi a tratti pure un po' presuntuoso ( che bisogno c'era di insistere sugli Stati Uniti nati dal sangue degli indiani quando lo scopo di un giocattolo come questo è divertire, non insegnare.) Il pezzo forte del film è naturalmente l'interpretazione del camaleontico Johnny Depp, un uomo che giunto alla fatidica soglia dei 50 continua a mettersi in gioco e aggiunge alla sua sgangherata e stramba “famiglia” un nuovo membro: l’indiano Tonto, dal pesante make-up, con un corvo morto in testa, molto non-sense come il Cappellaio Matto di Alice in Wonderland, spassoso ma più misurato di Jack Sparrow. Forse The Lone Ranger non sarà una nuova miniera d'oro( o d'argento, come quella del film) ma è sempre meglio vedere la bravura di un'attore come Johnny Depp piuttosto di robbottoni sparatutto o di supereroi spaccatutto. Garantito!

 

VOTO 7

 

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