BE YOURSELF, EVERYONE ELSE IL TAKEN- LETIZIA MARRA (anno 4, n.2)

Accettare sé stessi significa accettare i propri spigoli, i propri difetti, le proprie debolezze. Accettare sé stessi vuol dire guardarsi allo specchio e non trovarsi sbagliati o inadatti. Non esiste una persona sbagliata; sbagliata rispetto a cosa, a chi?! Non bisogna corrispondere ad un ideale dettato da qualcun altro, il che è estremamente semplice: basta appiccicarsi sulla bocca un sorriso che non è il proprio, indossare dei panni in cui non si è stessi ed osservare sprezzantemente chi non risponde ai requisiti imposti dalla società (che non è neppure imposizione, ma accettazione passiva di una realtà che non è la propria, estranea a sé: ogni persona è la società ed ognuno contribuisce al declino di tutti). Essere sé stessi, senza preoccuparsi del giudizio altrui, è terribilmente difficile: essere fieri delle proprie particolarità o stranezze, non abbassare il capo davanti alle critiche più aspre, mantenere integra la propria identità, non avere paura di essere diversi. La diversità non è un difetto, come non è un pregio: è la vita stessa e chi la nega, nega la natura della bellezza, che non è unica, ma multiforme. I colori variegati dell’esistenza, la molteplicità di idee, modi di vivere necessari a sentirsi realizzati e soddisfatti di sé dovrebbero essere il pane quotidiano di ognuno. Il rispetto di sé stessi sta anche nel rispetto della propria identità, del proprio gusto, del proprio carattere e della propria natura; sta nel non uccidere la parte più vera di sé per accontentare chi guarda con disprezzo chi è diverso, chi ha il coraggio di essere libero di non autocensurarsi e rinunciare alla propria essenza. È quella la vera paura, la vera insicurezza: non quella di chi mostra sé stesso agli altri, consapevole di chi sarà pronto a sputargli addosso, ma quella di chi nasconde la propria persona per mascherarsi in un altro sé, una versione alternativa della propria anima, opposta a chi realmente si è. Amare sé stessi è il più grande atto di coraggio che si possa compiere, più di sposare e fare proprio uno stereotipo, un modello identico per tutti, che non esprime a fondo mai nessuno. Amare sé stessi, il proprio passato, quello che siamo e che potremmo essere se solo scegliessimo di non imporci limiti decisi dagli altri, è il più grande regalo che potremmo farci e la più grande sfida contro gli altri e contro noi stessi che potremmo mai intraprendere. Essere sé stessi è un metodo per cambiare la propria realtà, per notare quanto la luce che tutti abbiamo negli occhi e che è troppo spesso spenta, possa risplendere se solo si sceglie di essere sé stessi, con i propri sogni, speranze, paure, vittorie, fallimenti. Per ammirare l’unicità di una persona che prima d’ora mai è stata e sempre sarà, nel suo continuo mutare.

 

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