THE DARK SIDE OF THE MOON - ANTONIO MARIANO (anno 2 n.2)
Salve ragazzi! In questo articolo farò una recensione di uno degli album Rock più famosi di sempre...The Dark Side Of The Moon! In questa analisi inizierò dall'esterno, e quindi non è possibile non citare la famosissima copertina presente dappertutto nonostante i suoi quarant'anni dalla prima uscita, anche su molte magliette dei ragazzi di questo stesso istituto. La copertina presenta un triangolo, o per meglio dire un prisma, attraversato da una luce che in seguito si scompone in un arcobaleno. La copertina è ideata dal designer Staff Thorgerson, creata in precedenza per essere il simbolo di una casa discografica e successivamente scelta dai Pink Floyd per la sua semplicità visiva ma non per la sua semplicità interpretativa: perché un prisma a forma di triangolo? Perché la luce e l'arcobaleno? Ancora molti non lo capiscono il messaggio che Roger Waters ci vuole dare o non lo interpretano a dovere. D'altronde si sa che il genio e l'interpretazione di Roger non ha eguali e forse solo lui ci potrà dare una risposta.
Adesso analizziamo l'argomento base dell'album. L'intero album parla dello scorrere inesorabile del tempo (Time) e della brama del potere e dei soldi (Money), argomenti che Roger Waters spesso riprenderà in successive produzioni, quali “Wish You Were Here” e “The Wall”.
Ora è il turno delle canzoni. I singoli estratti da questo album sono essenzialmente due, e vorrei analizzare queste due canzoni non perchè sono i singoli e quindi le canzoni più orecchiabili e famose, ma perchè sono le colonne portanti del pensiero di Roger Waters. Le Canzoni sono “Time” e “Money”. “Time”, come già detto, parla dello scorrere inesorabile del tempo e dell'impossibilità di tornare indietro e si presenta con un inizio di assordanti e rimbombanti orologi fatti scattare manualmente in una stanza, e successivamente campionati dal tecnico del suono Alan Parson con degli strumenti davvero all'avanguardia per quel periodo, motivo che ha incrementato il successo e le vendite dell'album. Successivamente c'è la prima strofa, caratterizzata dalla voce tagliente di David Gilmour, che canta di un uomo con pensieri dediti solo ai soldi e al successo lavorativo; la seconda strofa si presenta con la voce più delicata di Richard Wright che canta invece i pensieri di un uomo rassegnato alla vita che vorrebbe tornare indietro ma che non può più farlo. Infine c'è uno degli assoli più famosi della storia scritto da David Gilmour e realizzato con la sua famosa Black Strat per poi ripetere la prima e la seconda strofa cantata. Anche “Money” ha un inizio particolare, nato anche questo dalla mente e dall'attrezzatura di Alan Parson, ossia delle monete tintinnanti e delle casse che si aprono e si chiudono per poi lasciare spazio al riff di basso in 7/4 più famoso del Rock. Da considerare anche l'assolo di Dick Parry, che dopo quell'incisione saldò un contratto che lo portò a caratterizzare con il suo sassofono molti dei successivi brani dei Pink Floyd. Ovviamente è indescrivibile la parte successiva al fenomenale assolo di David Gilmour, dove gli strumenti sembrano comunicare tra di loro, caratteristica accentuata nelle interpretazioni live. Un'altra canzone degna di nota è “The Great Big In The Sky”, forse meno famosa ma comunque passata alla storia con il canto di Clare Torry che in realtà non era altro che una semplice improvvisazione per cercare di capire la tonalità. La sua interpretazione impressionò così tanto il gruppo che lasciarono che quei vocalizzi comandassero durante il brano. Che dire ragazzi... “The Dark Side Of The Moon” è un album che va ascoltato e riascoltato per cogliere tutte le minime sfumature e le emozioni. C'è da dire che in un’umile recensione come la mia non si possono cogliere i particolari che invece si possono ammirare ascoltando il CD, o meglio guardando dei live per cogliere la vera essenza dei musicisti.