MACHETE EMPIRE - PAOLO SCIUGA (anno 2 n.4)

Il 2012 è stata sicuramente una delle annate più significative per il rap italiano. Abbiamo assistito infatti all'affermazione di vecchie conoscenze dell'hip hop, come i Club Dogo, Fabri Fibra, Marracash, che sono riusciti a trovare spazio nelle classifiche italiane modernizzando il loro stile e rendendolo più “fresh”, come si suole dire in gergo. Abbiamo assistito anche alla consacrazione sullo scenario nazionale di artisti navigati come Kiave ed Ensi: quest'ultimo ha regalato a tutti gli amanti del genere uno dei migliori dischi mai prodotti in Italia, come non se ne vedevano da tanto. Alternando nello stesso album diverse sonorità, partendo da ritmi G-funk dei primi anni novanta fino a terminare con beat dubstep molto più attuali. Nonostante la grande bravura dimostrata dal rapper torinese ci sono stati degli artisti che meglio di lui sono riusciti a incarnare lo spirito rivoluzionario delle nuove generazioni di MC's senza però scadere nel banale. Ed è proprio di loro che voglio parlarvi oggi. Gli artisti in questione si identificano sotto il nome della famigerata Machete Empire Records, una crew che poggia le sue radici nella brillante idea di due rappers sardi, quali Enigma e El Raton, che sono riusciti a mettere in piedi un etichetta indipendente battezzata col nome di “Machete Productions”. Sotto questa label indipendente si sono accasati anche registi, grafici e writers che hanno contribuito alla formazione della Machete Arts & Films una ramificazione dell'etichetta sopra citata. Ritornando all'aspetto musicale la Machete Empire è composta oltre che dai due fondatori già menzionati anche da personaggi di grande levatura come Salmo e Dj Slait; in più si è aggiunto alla compagnia anche Nitro il freestyler arrivato secondo al “MTV Spit”. La ciurma ha debuttato l'anno passato con un validissimo mixtape (che per chi non lo sapesse è una raccolta di brani più snella rispetto ad un normale album, con la produzione di basi affidate a diversi artisti o semplicemente prese in “prestito” da altri) ma il seguito è ancora meglio. Il Machete Mixtape vol.II, pur essendo per l'appunto un mixtape, vanta ben 26 traccie effettive di media durata tutte campionate e curate nel dettaglio. Alcune strumentali sono poi impreziosite dalla tastiera di Salmo e dai virtuosismi sul mix di Dj Slait.

Lo stile è pressoché lo stesso in tutti i pezzi, cioè molto duro e incisivo e concilia le nuove contaminazioni nel campo rap come dubstep e drum e bass (ne sono testimonianza pezzi come “Try or Die” e “Jack e Sally”), rispettando però sempre i canoni dell’ hardcore rap classico; che sono per l'appunto durezza, esplosività e provocazione. Proprio nel pezzo Disobey scritto e interpretato da Salmo emerge quel senso di ribellione e di irriverenza nei confronti dell'autorità, tipica dell’hardcore, come si evince dalla frase “Puoi prestarmi il cappello che poi ho bisogno della fiamma per accendermi il joint”, nella quale è chiaro il riferimento al cappello usato dall'arma dei carabinieri con la fiamma disegnata sopra. Ma Salmo si contraddistingue anche per le sue provocazioni e i suoi insulti lanciati ad un altro rapper nella traccia “Stupido Gioco Del Rap”, che tanto per la cronaca è forse una delle migliori mai partoriti dalla mente contorta dell'artista sardo. Lo stesso fa Nitro in “We Takin' it Back”, criticando un po’ tutta la scena rap che si è venuta a formare negli ultimi tempi. Ma le canzoni orbitano anche su tematiche differenti: per esempio nel pezzo di Enigma intitolato “Olimpiade” si descrive la vita come una incessante corsa che plagia la mente e corrode l'animo, lasciando un senso di vuoto per il passato che non tornerà più. O ancora nella traccia di Mezzosangue, un prodotto dell'underground romano, si avverte un senso di rassegnazione, che permea tutte le battute, dovuto alla violenza e alla corruzione della società odierna: ”Sono cambiato tanto perché in tempi cupi un cane abbandonato impara a crescere dai lupi”.
Oltre a questo il nuovo prodotto targato Machete vanta delle collaborazioni illustri con artisti come Bassi Maestro, Ensi e molti altri, tra cui gli esponenti della nuovissima scuola di MC's, i giovanissimi Low Low e Rocco Hunt. In conclusione tutti i rappers partecipanti a questo progetto si susseguono al mic con forza e precisione, dando vita a un perfetto connubio di fantasia, rabbia e distruzione, il tutto incorniciato dagli strepitosi beat di Fritz da Cat e Orthopedic. Ormai è evidente il dominio dell'impero Machete sulla scena italiana, quindi non ci resta altro da fare se non goderci lo spettacolo. STATE OF MIND MACHETE EMPIRE!

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