SIRIA: TRA MORTI E INTERESSI - DESIRèE NUZZACI (anno 3, n.8)
Li abbiamo visti tutti quei tappeti di corpi umani distesi e ammassati sui pavimenti. Corpi di donne, bambini, giovani, vecchi, corpi di morti. Ormai è ufficiale, le ispezioni dell' Onu lo hanno confermato: il 21 agosto 2013 in Siria una impressionante quantità di vite umane è stata falciata via dall'uso di armi chimiche. Gas nervino, questo il silenzioso ed efficentissimo omicida. La notizia, dopo mesi e mesi di indifferenza e silenzio sulla guerra civile siriana, nata dalle proteste del 15 marzo 2011, ha scosso l'intero pianeta, mettendo subito all'opera il nostro caro Superman americano Obama, giustiziere paladino della democrazia e della civiltà.
Il presidente si fa subito promotore di un intervento armato in terra siriana, accusando lo Stato di Bashar al-Assad di "crimini contro l'umanità". Nessun motivo economico dietro questa nuova guerra, nessun legame con il business dell'industria bellica americana, niente a che vedere con i pozzi petroliferi siriani, per carità. Solo tanta sete di giustizia e di democrazia, come sempre.
Peccato che dall'altra parte del pianeta arrivi il moscovita pacifista Vladimir Putin a
a rompere le uova nel paniere. Le prove non sono sufficenti per dimostrare il coinvolgimento del regime statale nell'attacco, gli autori potrebbero essere invece quei terroristi dell' Esercito Siriano Libero. Il difensore della Pace è irremovibile: qualunque embargo contro il regime di Assad non sarà tollerato e darà il via (ma guarda un po') all'intervento armato russo.
Ed è così che il nostro SuperObama è costretto a fare un bel passetto indietro con la coda tra le gambe, siglando un nuovo accordo con la Russia, il 14 settembre. L'accordo, firmato a Ginevra, prevede la distruzione delle armi chimiche in mano alla Siria entro il prossimo giugno, in caso contrario l'Onu darà il via allo scontro armato. La guerra per la pace è quindi rimandata, i continui scontri tra regime e ribelli con le loro ondate di morte passano di nuovo sotto il silenzio e l'indifferenza comune e il titolare del Cremlino, da grande eroe qual è, diviene il nuovo candidato al premio Nobel per la Pace. Eh già. D'altra parte, anche l'inquilino della casa bianca aveva ricevuto la stessa onorificenza non molto tempo fa. E insomma, continui pure Assad con il suo pugno di ferro ad annientare i rivoluzionari, noi altri la Pace gliela porteremo a suon di bombe tra meno di un anno.