GUIDATI DALL'INDECENZA - AURORA VERBENA (anno 2, n.7)
“La pubblicità insegna alla gente a non fidarsi del proprio giudizio. La pubblicità insegna alla gente ad essere stupida.”
La pubblicità rimane il mezzo più semplice, diretto e concreto con cui trasmettere e ricevere messaggi. L’uomo è schiavo di un sistema che confida in ideali basati sul guadagno e sul benessere; pseudo - valori che col tempo hanno acquisito nel sociale una posizione di prim’ordine. Oggi, al fine di un proprio tornaconto si è disposti a sfruttare qualsiasi “espediente”: il corpo della donna è in questo bordello il più gettonato. Ci bombardano ormai da anni con pubblicità sessiste camuffate con ludici e sfacciati doppi sensi: passiamo da “Te la diamo gratis…la montatura”-Spaccio occhiali- ad “Abbiamo le poppe più famose d’Italia”- TTTLines, il tutto correlato da svilenti immagini provocatrici; dimostrazione di un maschilismo invariato nel tempo e nell’ingegno. Il problema è che questo tipo di propaganda riesce, nonostante tutto, ad infiltrarsi nel nostro quotidiano con estrema facilità grazie all’ausilio delle sue perverse menti creatrici e soprattutto della nostra istituzione poco propensa ad un cambiamento, rifiutiamo l’evoluzione sociale cadendo nel baratro dell’ignoranza, dell’inconsapevolezza, rendendoci così automi al servizio di ideologie malate e corrotte. Prendere coscienza del potere del singolo e della massa è la chiave per l’abbattimento di una società edificata sulle apparenze e sulla certezza che qualsiasi fonte di autorità abbia la facoltà di esercitare una certa influenza sul nostro vivere e pensare. Tutti i giorni siamo di fronte ad una realtà che si dimostra sempre più corrosa, devastata e distrutta, logora di una morte che deve imputare unicamente a se stessa, autodistruttasi; eppure, di fronte a siffatti scenari, le domande che sorgono quotidianamente sono: come poter cambiare, come poter risolvere? Il tutto si concluderebbe con un qualche auspicio illusorio; ma soprattutto come si può pretendere il progresso quando volgarità e malizia albergano nelle nostre città, come immaginiamo uno sviluppo se non ci indigniamo, ribelliamo, se non contrastiamo questo incontrollato abuso di potere; intendono intrappolarci in una lurida cella satura di oscenità ed indecenza. E’ davvero così difficile andare avanti ed affidare secoli di concezione donna-oggetto al passato? La pubblicità, constatata la sua influenza, ha il dovere di incarnare il prototipo del rispetto, della capacità di divertire e catturare l’attenzione schivando tutto ciò che c'è di più vile. Siamo donne, non siamo uno strumento attraverso cui incrementare il proprio capitale, non siamo una trovata promozionale e non desideriamo esserlo; non c’è nulla di dilettevole nell’umiliare e ridicolizzarci, è assurdo sia sotto il punto di vista umano che sotto quello etico. Basta ingoiare, basta chiudere gli occhi, basta affidare il nostro pianeta a degli inetti, il mondo ha bisogno di un cambiamento radicale adottato dalle braccia, dalle menti, dall’ingegno, dalla fantasia, dalla cultura di noi donne perché “SIN MUJERES NO HAY REVOLUCION”!