VOGLIO UN FUTURO- MATILDE CONGEDO (anno 4, n.2)

Caro diario,
l’ultima volta che ho scritto su queste pagine avevo circa sedici anni, ero piena di sogni, di speranze, la voglia di fare la differenza bruciava dentro di me come una fiamma indomabile E’ come se fossero passati secoli da quei giorni. Ricordo che scrivevo guardando fuori dalla finestra della mia camera, pensando a cosa sarebbe successo da lì a dieci anni. Adesso quei dieci anni sono passati e scrivo guardando fuori dal finestrino di un aereo che mi sta portando via dal paese in cui avevo riposto speranza. Perché lo sto facendo? Perché devo andarmene? Perché devo abbandonare tutta la mia vita?  Perché devo abbandonare tutto ciò che amo? Semplicemente perché voglio un futuro. Voglio poter avere un lavoro, una carriera, una famiglia. Voglio essere giudicata per ciò che valgo, non per gli “amici” che ho. Perché il paese che un tempo ho amato non può permettersi di darmi tutto ciò? Una volta lessi una frase che a primo impatto mi sembrava priva di senso, non riuscivo a comprenderla; oggi seduta su questo 747 mi è davvero chiara. “C’è chi ha il coraggio di cambiare vita e chi ha la forza di non cambiarla.” Io ho avuto il coraggio, il coraggio di mettere la mia vita in una valigia, salire su un aereo e lasciarmi tutto alle spalle, alla ricerca di un futuro che credevo di non poter avere. Invece c’è chi ha la forza, la forza di non arrendersi, stringere i denti e i pugni, lottare per ciò che è suo di diritto. Ho fiducia in chi possiede la forza di combattere. Ho fiducia in loro perché forse ho ancora fiducia nella speranza, quella piccola scintilla che sembra non volersi spegnere mai. Ho ancora la speranza che questo paese cambi. Ho ancora la speranza che questa Italia corrotta si svegli e si renda conto che non può continuare così, che non può continuare a farci scappare, a farci sognare di andare via perché “in Italia non c’è futuro”, perché “in Italia il posto fisso non esiste più”.

“Avvisiamo i signori passeggeri che il volo KLM 1598 è in arrivo all’aeroporto John F. Kennedy International di New York.” Bene, una volta che scenderò da questo aereo non sarò altro che una giovane italiana neolaureata in cerca di futuro. Alcuni potrebbero anche classificarmi come immigrata , in fondo che differenza c’è tra me e una ragazza che arriva sulle coste del nostro paese su un gommone? Nessuna. Entrambe siamo scappate dal nostro paese alla ricerca di una cosa che altrimenti non potremmo mai avere. Un futuro.

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