PAOLINO... CHE FIGURA DA CRETINO (O NO?) - GIUSEPPE MAURO

Un nuovo umiliante episodio del degrado italico
 

Ci sono poche cose che non riesco a sopportare, purtroppo è più forte di me. E il 10 giugno di quest’anno è avvenuta una di queste: l’ignoranza gratuita. In quella sera, durante la cerimonia di premiazione del David di Donatello (il maggior riconoscimento per i migliori film italiani della stagione cinematografica) sono sorpreso in senso negativo dalla persona che la Rai ha ritenuto “opportuna” per la conduzione di un evento di tale portata: il livornese verace Paolo Ruffini. Costui, con irritante simpatia e convinto forse di condurre una squallida puntata di Colorado, ha cominciato a inanellare una serie di figuracce a dir poco incredibili, quasi (?) a voler farlo apposta: definisce Sophia Loren, da sempre nostro vanto in tutto il mondo, “una topa meravigliosa”; sminuisce l’importante carriera del regista Marco Bellocchio come se fosse un giovinetto alle prime armi, e per “merito” della sua esilarante dizione dialettale, la quale è preferita da tutti…e da nessuno, viene rimproverato dal conterraneo Paolo Virzì e infine sbeffeggiato magnificamente dall’attore romano Valerio Mastandrea attraverso le lapidarie parole “Vogliamo fare un applauso per un altro che ci ha provato e non ci è riuscito… capita a tutti, c’è un periodo di sei mesi in cui ci si deprime, poi si riparte”

Ammettiamo pure che negli ultimi tempi il cinema italiano è diventato borioso, arrogante e arroccato nella propria gloria antica ma incapace di dare una svolta nel presente ma non si può svilire una manifestazione importante per il cinema del Belpaese come il David affidandola a un presentatore sì appassionato di cinema (incredibile a dirsi di fronte a cotanta idiozia), in grado di non capire (forse perché non può o peggio non vuole) che per avere un misero like sui social network ed essere popolare tra i giovani non serve fare la figura del babbeo provinciale accompagnando il tutto con hashtag degni di questo comportamento (che diavolo mi significa #abbestia?!). Con questo insensato modo di fare il “nostro” servizio pubblico ha riportato l’attenzione a una premiazione da loro sempre considerata di serie b, ma purtroppo soltanto per le magre figure del sedicente pischello, presentando in modo frivolo e fastidioso, attirando sciami di moralisti dell’ultima ora e lasciando nel dimenticatoio i veri protagonisti della serata: gente come Sorrentino, Virzì, Pif e tanti altri che stanno cercando di far uscire con intraprendenza, coraggio e nuove idee dalle sabbie mobili ciò che resta del nostro cinema. Ladies and gentleman va in scena un nuovo capitolo del degrado culturale italico. Noi però ne abbiamo veramente abbastanza.

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