LUCCA COMICS 2014- VINCENZO PAGANO (anno 4, n.2)
La gente spesso ha un calo depressivo in autunno: pensa al freddo, alle foglie che cadono…e poi c’è quel tipo di gente che, appena sente “fine Ottobre”, gli viene in mente soltanto una cosa: Lucca Comics! Ovvero la più grande fiera del cinema, del fumetto e del videogioco; una delle poche cose di cui noi italiani possiamo davvero vantarci. E io posso dire che c’ero. Ecco la mia esperienza. appena sceso dalla stazione per Lucca, mi si para davanti la biglietteria, la “maledetta”, la rogna di tutto il Lucca Comics: quand’ero arrivato non c’era un’anima…ma il giorno dopo, mi ritrovo una fila di 400 metri. Mi riattacco la mascella (caduta dalla disperazione) alla mandibola, consolato dal fatto di aver già fatto il biglietto per due giorni e che mi tocca solo la fila per il braccialetto giornaliero, passata d’altronde in due minuti, e dopo che mi hanno regalato alla fine della fila una “bevanda energizzante” (ergo una brodaglia con gli steroidi) per non farmi morire di crepacuore davanti agli stand. Davanti a porta San Pietro mi si apre lo stand principale: all’interno abbiamo nientemeno che il canale “Parliamo di videogiochi” (questo spiega la fila fuori) che regalano le loro magliette e firmano autografi, concedendoci un paio di foto; dopodiché abbiamo visto la presentazione con gameplay del nuovo League of Legends (dove hanno migliorato notevolmente l’aspetto grafica e combattimento), alcuni gameplay su Evolve (qui abbiamo visionato principalmente il gameplay con il mostro, il quale oltre a essere molto grosso ha a disposizione molti attacchi, il resto non ve lo spoileriamo) e di Far Cry 4 (grafica spettacolare a mio parere, ma forse poco sveglia l’intelligenza artificiale dei nemici). Tutto il resto era bancarelle con giochi di ruolo come Arkham Horror (c’è qualcuno che ci capisce le regole allora) e Dungeons & Dragons (sebbene abbia subito un calo con l’uscita dei giochi online); vendita di magliette e katane e infine cosplay. Inoltre, all’interno della sala principale, vi erano anche Quei due sul server (purtroppo non sono riuscito a fare foto perché, appena si è sparsa la voce, un esercito di persone ha invaso l’entrata, al punto da chiamare la polizia per mantenere l’ordine). Salgo sulle mura: ammiro uno splendido panorama con alberi e colline, fino a quando non mi ritrovo addosso, mentre mi trovavo vicino all’Umbrella Italian Division (il luogo di ritrovo per tutti i fan di Resident Evil un’orda di zombie assettati di cervello che convergono tutti verso di me! Corro dunque a rotta di collo per salvarmi, finché non mi rifugio negli stand della Mythicon, la più importante azienda produttrice di armi fantasy per cosplay: qui prendo in prestito una katana e una rozza armatura e mi preparo a fronteggiare il nemico. Cambio padiglione e… non l’avessi mai fatto! Entro in uno stand “per cose Dark” (lo chiamo così perché non aveva effettivamente un nome), dove vi erano vestiti del 1600, cappucci, pozioni magiche, e i lupi mannari di Mondo di tenebra che non avevano ancora fatto colazione, fissandomi con la bava alla bocca. Cambiato ancora padiglione e seminata l’orda, mi rifugio nella Dragon Age Citadel sul baluardo di Santa Maria: uno stand dedicato interamente a Dragon Age, dove la gente (umani e creature che non rispecchiano la popolazione fantasy come elfi e nani, bensì strane creature con la pelle bitorzoluta) svolgono il loro tranquillo mestiere di artigiani, mercanti, carpentieri. Poi arrivo nella sala gaming, nella quale fanno vedere a me ed altri ragazzi il gameplay di Dragon Age (free to play fantasy online ambientato in un open world fantasy, dalla grafica buona e con attacchi abbastsanza complessi con diverse combo). Quindi ritorno sulle mura, e la quantità di cosplayer è incredibile: ho incrociato 5 Aragorn, 7 Sailor Moon e 9 Solaire (non il dolce che voi vorreste, ma il cavaliere “loda il sole” , conte ingegner ecc.). Scocca l’ora di pranzo, ed ecco la domanda del giorno: che cosa mangia un nerd? Ovviamente il ramen, cioè spaghetti di riso con brodo di manzo e verdure essiccate; il tutto cotto in tre minuti con l’acqua bollente e servito in un contenitore di plastica. Ci impiego 10 minuti per mangiarlo, un vero record per il sottoscritto. Rimpinzatomi, proseguo il mio tour e arrivo a Villa Bottini, dedicata in queste giornate agli Assassini di Assassin’s Creed (benché sia stata molto criticata, molte persone non vedevano l’ora di entrarci): dentro vi trovo principalmente una mostra d’arte in stile Assassin’s Creed (Guernica con gli assassini) e alcuni nuovi gameplay sul nuovo capitolo della saga, AC Unity(il calo di frame non è stato ancora migliorato, così come l’intelligenza artificiale). Da Villa Bottini mi sposto a Japan Town, contando i minuti con le ambulanze che passavano (ne passava una ogni minuto due, causa gente rimasta schiacciata dalla folla o probabilmente con un infarto dopo aver visto le file davanti a ogni stand). A Japan Town c’è un megashop di kimono, katane e tanto altro dello stesso genere, dove rimedio un Death Note (che userò contro gli zombie, se riesco a farmi dire il nome) e parecchi cosplayer di Final Fantasy, Sailor Moon, Naruto e manga generali. Per arrivare da Japan Town fino all’ultimo stand interessante (purtroppo non sono mai riuscito ad entrare nel padiglione dedicato alla Warner Bros), mi tocca attraversare e dribblare 130.000 persone (almeno non mi diranno più che sono magrolino dopo oltre 10 km di camminata), e intanto le persone svengono o crollano dalla stanchezza, come in un girone dell’inferno, e le ambulanze erano bloccate dalla folla riversata nelle strade. Dunque l’ultimo stand degno di nota è quello della Panini: qui incontriamo il sindaco di Mondo di Nerd Federico Guizzi, il quale presenta il suo ultimo libro “24:00:00 Una commedia romantica sulla fine del mondo” , e pubblicizza dei piccoli cosplayer di Cthulhu (dite addio all’orrore concepito da Lovecraft e immagite un baby Cthulhu con il pannolone). Questo quindi è stato il mio Lucca Comics a grandi linee. Mi chiederete: ma come? C’era Licia Troisi? Perché non l’hai intervistata? Credetemi non sono riuscito a entrare nel suo stand, figuriamoci ad intervistarla. Quest’anno al Lucca Comics infatti ci sono state più di 450.000 persone, tutte concentrate nel centro storico (stradine medievali quindi), e ogni anno è sempre peggio. Si lamentano dell’organizzazione ma spiegatemi come è possibile gestire 450.000 persone? Chiamiamo l’esercito?