LO SPERMA DEL BUIO- ALESSANDRO CODAZZO (anno 4, n.2)
Notti perverse,
molestate e contorte,
fra il tufo nero di palazzi.
Né un po’ di polvere s’illumina e grida,
né mia nonna che alle sette
dorme.
Notti, notti, notti,
fatte di giochi oscuri
e soffocate tempeste
e beato chi sogna,
nello sperma del buio.
Aria diafana
e notti, notti,
nude,
e annodate fra le gole
di chi fuma un sigaro anziano,
mentre chi tira al bersaglio
son comunisti dimenticati
che bevono ancora birra omologata.
Una notte, due notti e non si eguagliano,
ognuna sorvegliata
da stralune e loro spicchi.
Notti, notti, perverse sì,
già vissute, già lunate,
oscure, umide, secche,
caricate da vecchi di sputi e rimorsi,
risvegliate da chi, più duro a morire,
beve e si ubriaca
e corre,
e sbatte,
e grida,
notti.
Calde, afose, eccitate,
notti, notti dal sudore di mia madre e dalla mano di mio padre,
da mio fratello curioso e da un letto bagnato.
Notti di cessi all’aperto
e fronti bloccate,
nudi silenzi e cappelli volati,
di materialisti consumati
e sentimentali.
Queste, le mie notti.