LA PATRIA DELL'OBLIO - ALBERTA STASI (anno 2, n.7)
Perché non perdersi, per una sera, nella pura contemplazione della volta stellata, di quel dolcissimo mistero che è l’universo, culla della vita e dei sogni, scenario di potenza, distruzione, nonché di estatica, immortale bellezza? Un mondo tanto affascinante quanto complesso, come può sembrare ai “non addetti ai lavori”. La mia curiosità per l’astronomia mi ha portato, spesso, a documentarmi e ad approfondire un campo oggetto di scarso interesse da parte dei giovani; posso, ormai, con discreta sicurezza, individuare le più importanti costellazioni del nostro emisfero, identificare le stelle più note, anche solo per il piacere di innalzare lo sguardo verso quell’ incantevole sipario, sentirmi avvolta, protetta, straziata dalla bellezza dell’universo. In particolare vorrei, ora, parlare delle costellazioni estive, le mie preferite, facilmente individuabili in questo periodo.
Sollevando il naso verso il cielo la prima costellazione che cattura la nostra attenzione e che praticamente tutti sappiamo riconoscere è il Grande Carro, che fa, in realtà parte di una costellazione più ampia e complessa, l’Orsa Maggiore. Immaginando di tracciare una retta, passante per le due stelle che ne formano il margine inferiore, e prolungandola per circa 3 volte la distanza di tali stelle, si può facilmente giungere a Polaris, la stella polare, estremo punto del Piccolo Carro, che individua il Nord. Più in basso, leggermente spostata verso Est, abbiamo la costellazione di Cassiopea, facilmente riconoscibile perché presenta una caratteristica forma a “W”. A Nord-Est, spostandoci, cioè, con lo sguardo verso la nostra destra, individuiamo la bellissima costellazione del Cigno, che forma una sorta di croce lungo la quale è facile immaginare la figura dell’uccello con le ali spiegate e la coda rivolta verso Nord. Proprio nella coda del cigno vi è Deneb, una supergigante bianca, nonché una delle stelle più belle e brillanti del nostro cielo estivo. Nel punto più alto della volta, quasi allo zenit, immediatamente sopra al Cigno, troviamo una delle mie costellazioni preferite, la Lira, che rappresenta la celebre lira di Orfeo che, secondo la leggenda, dopo la morte del poeta, sarebbe stata, dagli dei, trasformata in costellazione. La sua stella più brillante è Vega, la seconda più luminosa del cielo estivo. Poco più a Est, vicinissima alle ultime due costellazioni, vi è l’Aquila, individuabile solo grazie ad Altair, la nana bianca che costituisce la testa dell’uccello. Affascinante è ricordare come la congiunzione delle stelle Deneb (del Cigno), Vega (della Lira) e Altair (dell’Aquila) formi un immaginario triangolo, il cosiddetto “Triangolo Estivo”, visibile a partire da giugno. A Sud, la costellazione più interessante è lo Scorpione con la sua famosa stella Antares, una supergigante rossa, luminosissima nel cielo estivo, posta poco sopra l’orizzonte. A Sud-Ovest possiamo individuare il pianeta Saturno e la stella Spica, entrambi nella costellazione della Vergine, e, più in alto, nella costellazione del Boote, la gigante arancione Arturo, la stella più luminosa di questo periodo. Queste sono le stelle e le costellazioni maggiormente degne di nota del cielo estivo. Spero di non essere risultata noiosa e di aver, magari, stimolato qualcuno a scrutare più consapevolmente il nero, splendido manto che ci sovrasta. Consiglio a tutti, anche solo una volta ogni tanto, di abbandonare le occupazioni quotidiane, di lasciarsi dietro la città, il caos, l’inquinamento luminoso che occulta lo spettacolo del cielo e di concedersi il piacere di ascoltare il silenzio immobile, l’archetipo eterno della notte. Non potendo essere tutti astrofisici, non potendo raggiungere, sfiorare il millenario segreto delle stelle, dobbiamo accontentarci di sollevare, quando non siamo presi dalle infinite, inutili occupazioni della giornata, lo sguardo e di perderci in quel blu profondo e terribile, in quella patria dell’oblio che è l’universo.