ITALIA: IL PAESE CHE REGALA OSTAGGI AI DITTATORI
In Kazakistan, ad oggi, governa un dittatore. Nursultan Nazarbayev, si chiama così. Il Kazakistan è una regione a sud della Russia, molto provvista di materie prime che generano energia. Uno dei primi partner dell'Italia.
Come tutti i dittatori, quello kazako ha degli oppositori, e come tutti i dittatori li perseguita in ogni modo, per poter spegnere le voci contro, e regnare incontrastato. Uno di questi oppositori si chiama Mukhtar Ablyazov.
Ma cosa c'entra l'Italia con tutto questo?
Prima un dettaglio apparentemente insignificante: il tiranno kazako è un grande amico di Silvio Berlusconi. I due non si sono risparmiati smancerie, lodi, incontri bilaterali in pompamagna quando l'uomo di Arcore era premier. Silvio diceva anche di voler imitare molte opere che "hanno reso grande il Kazakistan", e di ammirare "il consenso nei confronti del Presidente, che non può essere costruito su altro se non sui fatti: il 92%".
L'oppositore Ablyazov ha una moglie e una figlia: Salabayeva e Alua. Erano in Italia, fino al 29 maggio scorso. Ora: non tutti abbiamo ottime conoscenze di diritto internzionale: però sono capace anch'io, che non me ne intendo, di distinguere in linea di massima ciò che è bene e che è male. Lo sappiamo tutti cos'è il diritto d'asilo, sappiamo tutti che gli stranieri non possono essere espulsi se perseguitati per "reati politici".
Ebbene, il nostro ministro dell'interno, Angelino Alfano, il 29 maggio scorso ha mandato presso l'abitazione delle due donne uno squadrone di una cinquantina di uomini, le ha fatte arrestare e, accusandole di avere passaporti falsi, le ha rispedite in patria.
Peccato che il Tribunale di Roma abbia smentito: i documenti delle due erano in regola.
E peccato che la Ministra degli Esteri, Emma Bonino, ha detto di non sapere un bel niente di tutta l'operazione. E quella della Giustizia, Annamaria Cancellieri, ha fatto sapere che i collega al Governo le ha raccontato che quei documenti non fossero regolari.
Alfano ha provato a spiegare la vicenda, passando la patata bollente ai funzionari del Ministero: "Mi hanno assicurato che fossero falsi". Ma la descrizione della vicenda non convince. Tra l'altro, udite udite, sembra che l'aereo che ha riportato in patria le due fosse stato noleggiato dall'ambasciata kazaka ancora prima che il provvedimento fosse emesso. E manca il documento che prova l'autorizzazione del Tribunale di Roma ad espellerle. Giudici che infatti cadono dalle nuvole.
Nessuno, all'interno del Governo, che non fosse Angelino, ha saputo nulla dell'operazione, se non a fatti conclusi.
Proteste da tutti i fronti: il Governo traballa, e i Ministri, soprattutto la Bonino, chiedono a Letta di chiarire, "per evitare l'ennesima figuraccia". Il premier arriva addirittura a dire: "Trarremo le conseguenze". E l'Unhcr, agenzia ONU che si occupa di rifugiati, diffida l'Italia: "Nessuno può essere estradato se rischia persecuzioni."
Ma ammettiamo, caro Alfano, e anche cara Cancellieri, che i passaporti fossero stati davvero falsi. Avete comunque fatto sì che un dittatore abbia nelle sue mani moglie e figlia del suo principale oppositore. Veri e propri ostaggi. Se i passaporti non fossero stati autentici, vi sentireste comunque la coscienza linda?
I più maliziosi, credono che dietro alla vicenda non ci sia solo superficialità, ma un vero e proprio disegno: i rapporti con Berlusconi (le indiscrezioni interne al Governo parlano di "ordini dall'alto" e si hanno le prove che le note dell'ambasciata kazaka siano state inviate, guarda caso, solo al Ministero dell'Interno e non a quelli competenti), oppure i rapporti economici che legano il Kazakistan all'ENI.
Aspetteremo il chiarimento interno all'esecutivo.
Sembrerà qualunquismo, ma c'è una sola parola che rende bene tutto: VERGOGNA.