IL PROBLEMA E' IL VUOTO DI IDEE - MARIANNA BIANCO & ALICE LONGO (anno 3, n.1)
“Il problema è il vuoto di idee.” Su qualsiasi argomento, che sia l’estinzione delle tortore o la Rivoluzione di Marx. Non importa se si prende solo 9 e 10 a scuola, perché se si pensa solo a facebook, ai ragazzi e alle regole di greco, senza avere delle proprie idee su attualità e fatti concreti, non si concluderà niente nella vita, finendo a cucinare la pasta al sugo e a partorire dieci o quindici figli. Bisognerebbe avere delle idee, dei principi, dei valori da sempre: non c’è un’età giusta per l’intelligenza, per iniziare ad esprimere la propria opinione, che sia a casa con i genitori, su un giornale per ragazzi oppure -soprattutto- a scuola durante alle assemblee. Ci sono ragazzi che prima di noi hanno lottato, scendendo in piazza e non solo, per ottenere quei diritti di assemblea che per noi ora sembrano scontati e che sottovalutiamo. L’assemblea è un DIRITTO, e le persone che hanno combattuto per ottenerla lo hanno fatto per un’assemblea intesa come scambio e comunione di idee, non per divertirsi e per svagarsi. Per quello ci sono la discoteca, i pub e Las Vegas.
Non si può pensare che i ragazzi che sono sempre informati su quello che succede nel mondo, che hanno sempre qualcosa da dire a riguardo e che hanno sempre un’idea personale siano pieni di sé, e non abbiano niente in testa. Questi ragazzi vengono chiamati “rivoluzionari” o “alternativi”, ma purtroppo, molte volte, nel senso dispregiativo del termine. Pensarla diversamente non significa “farsi fighi”, ma ANDARE CONTRO, RIBELLARSI a qualcosa che non ci piace, alla conformità del mondo. Non si può pensare di vivere in un mondo progettato da altri, passivamente, aspettando che qualcuno lo cambi per noi. Dobbiamo costruirlo e modellarlo sia per noi sia per le generazioni future. Affrontare le proprie paure significa crescere, e farlo veramente: non si cresce dando il primo bacio o perdendo la verginità. Crescere significa dare libero spazio a quello che si pensa, a quello che ci viene in mente. Solo ascoltando cosa hanno da dire gli altri e metabolizzandolo si può veramente dire di essere cresciuti. Se voi vedete l’“alternativo” come la persona che per esserlo si mette il New Era, che si veste da Hippie e non sa nemmeno chi è Janis Joplin, che si mette il ciondolo con il simbolo della pace e pensa che sia il logo della Mercedes, NO, noi vediamo la persona “alternativa” in quella che si distingue dalla massa di ragazzi omologati allo stesso andazzo, che sa formulare pensieri personali senza l’aiuto di canzoni che “parlano subito”, che i viaggi li fanno con la Musica e non con le canne. Sono quelli che magari i test di medicina non li passeranno, ma cambieranno il mondo.