DEFINIZIONE DI RENZISMO- Alessio Giaffreda per IntervallaInsaniae.it

Ci sono stati ampissimi margini di tempo e spazio per analizzare in questi vent’anni cosa fosse il berlusconismo. Certo, li abbiamo usati male, gran parte di queste analisi è arrivata tardi, troppo, e chi lo faceva prematuramente fu isolato e messo a tacere. Col risultato che ce lo siamo sorbito, lo sorbiamo ancora, lo sorbiremo ad oltranza certamente, e nemmeno ce ne rendiamo conto tutti. 
Urge quindi inquadrare quale sia il nuovo fenomeno che sembra impazzare tra gli italioti con la bava alla bocca, per cercare di capire se quest’ennesimo messia di nome Matteo sarà solo un’altra truffa che noi italiani ci stiamo organizzando da soli, per poi chiederci, sempre da soli, il risarcimento tra qualche anno.
Cos’è, dunque, il renzismo? 
Buttiamo giù subito un paio di collegamenti necessari.
Mi sento di identificare il renzismo come figlio del berlusconismo. Deriva da esso, per tre ragioni: la prima, fondamentale, è la sua impostazione di “Finta insurrezione”. Il movimento e l’aria di “novità” che il neo-premier cerca di far aleggiare intorno a sé assumono la forma di una risposta al sistema politico e dirigenziale che ha portato avanti il baraccone in questi anni. Attrae elettori, Renzi, con gli slogan idilliaci che danno da mangiare a Maurizio Crozza. Quelle belle parole che sono piene di speranza e sogno, specchio di un cambiamento possibile, che passa dai giovani (da pronunciare rigorosamente con nove G, alla paesana) che Matteo rappresenta magistralmente, facendo sentire di essere uno di loro. Una forma di “contrasto” e una concreta proposta di “nuovo corso”, insomma, che parte con la rottamazione, passa da “#adesso!” e arriva a “#lavoltabuona!”. Un proliferare di cancelletti. Lo stesso meccanismo che ha generato l’altra “Insurrezione”, quella che non credo sia finta, ma “deviata”, del grillismo, con la differenza che questi ultimi manifestano metodi “meno ortodossi” (magari fosse solo quello il problema dei pentastelluti!), mentre Renzi e il suo entourage (mo così si dice) fanno della crescita ordinata all’interno dell’istituzione e del sistema un punto cardine. 
Tutte queste cose bellissime, purissime e levissime, allora, anticipano un vero cambiamento! Ad esempio, la “sinistra” per anni ha fatto accordi con Berlusconi. Ah, no, anche Renzi c’ha scritto la legge elettorale (e questa è anche la seconda delle ragioni: renzismo come naturale prosecuzione del berlusconismo). Però, ad esempio, loro, quelli di prima, mettevano nel governo degli indagati. Ah no, anche Renzi ne ha messi cinque. Però quelli altri là avevano un passato fatto di chissà quali strani magheggi e giochetti! E no, pure Renzi è “amico” di Dennis Verdini (coordinatore di Forza Italia tra i primissimi uomini di Silvio, per chi non lo sapesse) e sostenuto da De Benedetti, editore de “La Repubblica”, lo stesso che ha cercato di convincere Barca a diventare ministro. 
Sì, direi che qualcosa non quadra.
Terza ragione per cui R. è il figlio adottivo di B.: l’immagine! Sì, il più sfrenato leaderismo, il grande potere della costruzione della figura personale per far breccia nei cuori di tutti, il sorriso, l’affabilità di facciata, la battutina pronta. Con la differenza che Silvio ha creato dal nulla un movimento con le sue (e con tante, tante altre…) mani, e aveva un impero mediatico di dimensioni spropositate; Matteo riesce a diventare, invece, leader di un partito scalabile (e qualcuno che storce il naso lì dentro c’è), sfruttando innanzitutto la didattica del maestro, e poi anche in parte i suoi organi di stampa. E se ti apprezza Ferrara, fatti delle domande.
Ma come abbiamo avuto modo di verificare, il berlusconismo non è un fenomeno nato così, dal nulla, dopo la discesa in campo di Forza Italia, bensì un atteggiamento che gli italiani avevano già impiantato dentro il proprio animo, che dava quella predisposizione che non poteva che portare al berlusconismo. Come, tra l’altro, negli anni ’20 la situazione sociologica italiana non poteva che portare al fascismo. 
Se abbiamo interpretato il berlusconismo come la vuotezza di pensiero, la predisposizione al soggiogamento mentale, la spiccata impostazione italiana ad affidarsi all’uomo della provvidenza, la forte speranza per il futuro che passa fin troppo bene attraverso l’edificazione del bello di facciata e non passa per niente attraverso la competenza, la voglia di reazione ad una classe politica marcia (1992 = Tangentopoli), le stesse caratteristiche possono essere rintracciate nella diffusione del renzismo. Se Berlusconi fu accompagnato dal mito dell’uomo costruito da sé che cambia le cose e come ha elevato se stesso può elevare una nazione intera, Renzi è accompagnato dalla percezione della necessità che i giovani, che il giovane, cambi le cose, senza però minare troppo le certezze che è pericoloso abbattere. 
E se ci pensate, Renzi è la perfetta controfigura del giovane odierno, che disprezza la classe politica, o comunque è molto critico nei suoi confronti, anche se con molta approssimazione; magari si schiera anche politicamente, porta avanti delle battagliucce, scrive su facebook gli status belli e forti, dice di incazzarsi di fronte alle cose che non sono giuste nel mondo. Ma in realtà reagisce solo al prof che gli sbatte un quattro perché non ha studiato, mancando di rispetto a chi cerca di formarlo; in realtà si accoda e basta, senza fare suo nessun ideale e senza credere davvero alle cose che si ritrova a dire e fare. Magari è uno bravo, attivo, competente, e poi per un esame viene raccomandato dal sindaco della propria città, quello che ha sempre avversato pubblicamente. Magari sembra convinto delle cose che dice, però poi quando si ritrova a scegliere di salvare il culo o la coscienza, opta sempre per il primo. 
L’Italia del futuro, o del presente che cerca di farsi futuro, è rappresentata egregiamente. Dal qualunquismo e dalla finta rivoluzione, dall’assenza di pensiero e dall’imperante superficialità.
 

il cambiamento, il cambiamento.

"Mi sono rotto il cazzo 

dei giovani di sinistra, arrivisti, bugiardi, senza lode

gente che in una gara di idiozia riuscirebbe ad arrivare secondo" 

vi consigliamo youtu.be/aJlaKcmW-nk

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