"SI MUORE GENERALMENTE PERCHE' SI E' SOLI", GALATINA RICORDA LA STRAGE DI CAPACI - Desirèe Nuzzaci
Ieri, 23 maggio, in occasione del ventiduesimo anniversario della strage di Capaci, la sezione salentina del Movimento delle Agende Rosse ha organizzato una manifestazione in memoria del magistrato Giovanni Falcone e di chi con lui saltò in aria in quel terribile giorno del 1992: Francesca Morvillo sua moglie, Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani. La discutibile scelta di svolgere la manifestazione durante la mattinata, se da una parte non ha certo facilitato la partecipazione di quanti, sebbene interessati, erano impegnati nella quotidiana attività lavorativa, ha invece centrato l'obiettivo di coinvolgere le scuole galatinesi, grazie anche all'impegno dell'assessore Daniela Vantaggiato, che ha garantito la presenza di numerosi bambini e ragazzi in piazza.
"Si muore generalmente perchè si è soli o perchè si è antrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perchè non si dispone delle necessarie alleanze,perchè si è privi di sostegno" diceva Giovanni Falcone con la lucida consapevolezza di chi, abbandonato e isolato dalle istituzioni, sapeva di portare sulla propria testa lo stigma di una condanna a morte. Proprio da questo nasce la scelta di non proporre ai giovani una commemorazione convenzionale: accanto al ricordo di quanti hanno sacrificato la propria vita 22 anni fa, l'organizzatrice Anita Rossetti ha voluto che l'incontro in piazza ricordasse anche chi oggi mette in gioco la propria esistenza in una estenuante lotta che passa troppo spesso sotto il silenzio mediatico. Dal collegamento skype con le Agende Rosse palermitane, all'intervista al pm Nino Di Matteo, impegnato nell'ostacolatissimo e sconosciuto ai più processo sulla trattativa Stato-mafia, fino alla videochiamata con il testimone-chiave del processo Massimo Ciancimino, che ha risposto alle domande dei nostri Lorenzo Candido e Giunio Panarelli, tutto è stato volto a porre all'attenzione dei più giovani quanto sta succedendo in questi giorni all'oscuro di molti. Così la città di Galatina ha voluto commemorare quello che è diventato un eroe nazionale, ricordando quali fossero i suoi ideali e i suoi sogni e soprattutto ricordando quegli uomini che fanno continuare a "camminare sulle loro gambe" quelle idee.