ZIMMERMAN: QUANDO IL PREGIUDIZIO AMMAZZA

Un altro caso legato in qualche modo al razzismo è quello che ieri ha fatto il giro del mondo, soprattutto in seguito alle reazioni che ha provocato negli USA.
Nel febbraio 2012 Trayvon Martin, 17enne di colore, venne ucciso dalla "guardia volontaria" (nell'ordinamento della Florida è concessa la formazione di squadre di vigilanti dei cittadini) George Zimmerman. L'uomo si "sentiva minacciato" dal ragazzo, che in realtà si recava da suo padre con in mano una bibita.
Ieri si è concluso il processo che vedeva imputato Zimmerman, che rischiava l'ergastolo: dopo 16 ore di Camera di Consiglio le giurate lo hanno assolto. IL motivo: Zimmerman agì perchè si sentiva minacciato, una sorta di "legittima difesa" che in Florida prevede di poter reagire anche solo al percepire un pericolo da parte di qualcuno.
Le reazioni di tutta l'America sono state rumorose. I cittadini, che seguivano dall'inizio il processo, sono scesi nelle piazze a protestare. Gridano "No justice, no peace". E le manifestazioni si allargano ora per ora a tutte le città degli USA. Barack Obama, che ai tempi aveva dichiarato "Se avessi un figlio, sarebbe Trayvon", ha commentato: "La giustizia ha fatto il suo corso, è andata così".
"Lei non ha più nulla a che fare con questa corte" dice il giudice all'uomo, che ora è libero.
Ma c'è da riflettere sulle cause che hanno portato alla morte di un bravo diciassettenne che innocentemente andava a trovare il padre.
Non lo fa notare nessuno, ma ritorna la questione della facilità di procurarsi armi che gli americani hanno. La legge consente il possesso di esse senza troppa burocrazia. E allo stesso modo, come abbiamo detto, consente la formazione di queste specie di squadriglie di vigilanza. E poi, appunto, si può reagire anche al solo sentirsi minacciato, che è la motivazione con la quale Zimmerman ha evitato la galera. Che, oltre a non bastare, forse, per la comune morale, il "sentirsi minacciati" per poter reagire, è anche troppo concessivo, dato che tutti con questo "pretesto" possono estrarre una pistola e ammazzare chiunque. Proprio come è successo al povero Martin.
Ma c'è un altro dato importante: Se Trayvon non fosse stato di colore, avrebbe subito lo stesso trattamento? O il colore della sua pelle ha influenzato l'agire di Zimmerman? Perchè se così fosse, e le reazioni della popolazione americana vogliono far capire questo, ci sarebbe alla base uno squallido pregiudizio che ha causato la morte di un ragazzo. E questo a dimostrare che è vero che si parte dalle piccole cose, dall'educazione ricevuta e dal contesto in cui si vive, dall'assenza di tolleranza, e dall'imperante mentalità del preconcetto. Se quel che è stato, è davvero stato in seguito al "E' nero, in mano ha una pistola", be', forse per le leggi della Florida Zimmerman doveva essere assolto, ma la società statunitense, per le leggi della morale, no.

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