RUSH - GIUSEPPE MAURO (anno 3, n.1)
Quando lo Sport incontra il Cinema, è sempre un'accoppiata vincente. Così Rush, il nuovo film del regista premio Oscar Ron Howard, ci racconta la storia a tratti leggendaria di uno dei più grandi duelli che la storia della Formula 1 ricordi: quello fra l'inglese James Hunt e l'austriaco Niki Lauda.
Negli anni ‘70 (che si rimpiangono ormai da troppo tempo) le corse automobilistiche non erano solo aerodinamica e strategie come quelle odierne, ma erano piene di coraggio, istinto, glamour e tanta, tanta passione, in cui “più forte della paura della morte è la voglia di vincere”. Qui troviamo protagonista la rivalità tra i due protagonisti, diversissimi ma complementari tra loro. Incarnavano infatti due stili di vita opposti: Hunt viveva come se ogni giorno fosse l'ultimo, tra feste, sesso, alcol, droga. Gli piaceva “arrivare a tanto dalla morte per poi ingannarla”. Per questo era sempre pronto a rischiare anche in pista, e non sempre gli andava bene (era soprannominato The Shunt, “ lo schianto” ). Lauda invece considerava la professione di pilota come un mestiere, lavorava con tanta dedizione per rendere la propria vettura perfetta e ragionava con estrema intelligenza. Non aveva molti amici per via del suo carattere freddo e calcolatore. I due, dalla piccola Formula 3 al rocambolesco campionato di F1 del 1976, duellarono, come novelli Achille ed Ettore, senza esclusione di colpi, rifiutando opportunità di guadagno offerti dagli sponsor (Hunt), incalzando con competenza il team (Lauda), sfidando sempre la morte (vedi lo spaventoso incidente al Nurburgring di Lauda) pur di non cedere. Ron Howard, esperto nello spettacolarizzare le storie vere grazie alla forza del cinema, mitizza la Formula 1 del recente passato galvanizzante, appassionata, piena di “eccitazione” (Rush in inglese significa anche questo), pur ricostruendo in modo fedele le gare automobilistiche. Inoltre, grazie a un'ottima sceneggiatura, è riuscito a trasformare una rivalità automobilistica in una storia in cui amore, odio, amicizia, ambizione, coraggio, orgoglio, trascinano lo spettatore in un vortice empatico tanto che, quando si arriva al momento finale nel Gran Premio del Giappone del 1976, sei lì che aspetti con trepidante attesa che si illumini in un istante il semaforo verde, avvertendo la tensione dei due piloti, “sentendo” il puzzo di benzina misto alla pioggia torrenziale di quel giorno.
Rush quindi non è solo un film sull'automobilismo, ma sul grande amore che suscita in ognuno di noi, forse perché i suoi ingredienti lo rendono una metafora della vita, al di là del luogo comune “donne & motori”.
Quando si esce dalla sala, si prova un po' di rimpianto per non essere stati testimoni di quei fantastici anni e ci si chiede: “Alla fine, per chi tifare? Per il trasgressivo Hunt o il calcolatore Lauda?” Io non so chi scegliere.
VOTO: 9
CONSIGLI:
Cinderella Man - Una ragione per lottare (2005) di Ron Howard che narra la vera storia del pugile campione dei pesi massimi James J. Braddock
Senna (2010) il documentario sulla vita del grande pilota brasiliano Ayrton Senna