GUARDIANI DELLA GALASSIA- GIUSEPPE MAURO (anno 4, n.2)

L’eroismo cialtrone e perdente targato Marvel

 

Bisogna ammetterlo: la Marvel Studios ci sa veramente fare con i cinecomics, i film tratti dalle avventure in carta, matita e fantasia chiamate fumetti. La Casa delle Idee, infatti, negli ultimi anni ha sfornato veri e propri successi al botteghino, unendo alle loro super eroiche gesta grandiosi effetti speciali e ottime prove d’attore. Certo, con il caos cartoonesco di The Avengers hanno rastrellato circa un miliardo di euro, ma il vero colpaccio, il film che convince pubblico e critica, doveva ancora arrivare…fino ad oggi. Perché questi uomini, dalla loro infinita raccolta di storie a fumetti, ne hanno ripescata una non certo di prima fascia trasformandola in una vera e propria miniera d’oro: stiamo parlando di Guardiani della Galassia, diretto dallo sconosciuto cineasta James Gunn, che prima di arrivare in Italia ha già raccolto più di 705 milioni di dollari in tutto il mondo. Una space opera dal sapore amarcord che, in un contesto ultra moderno e futuristico, è abbastanza sorprendente per essere una pellicola per soli patiti dei comics. Rapito sulla Terra nel 1988 da pirati spaziali, Peter Quill (Chris Pratt), (s)conosciuto ai più come Star Lord e ormai adulto, tira a campare nello spazio con lavoretti poco puliti, finché le circostanze non lo mettono di fronte a una minaccia che rischia di compromettere le sorti della galassia intera. Eroe riluttante, incontrerà sulla sua strada dei complici ancora più riluttanti: l'aliena Gamora (Zoe Saldana), assassina verde in cerca di redenzione, il vendicativo Drax il Distruttore (l’ex-wrestler Dave Bautista), un omaccione tutto muscoli e allergico alle metafore, il procione mutato Rocket (Bradley Cooper), un tipetto abbastanza irascibile, specie se armato e l'albero umanoide Groot (Vin Diesel), uno spilungone di poche parole (soltanto tre, ma piene di sentimento: “Io sono Groot”). L’adattamento del fumetto omonimo Marvel, risalente al 2008 e reboot di una serie creata del 1969, è veramente qualcosa di sorprendente nel panorama del cinefumetto: invece di proporre il solito eroe tormentato, dagli innumerevoli conflitti interiori e forte del suo senso di responsabilità, James Gunn ci presenta una sgangherata banda di cialtroni, ognuno perdente a modo suo, che per una volta si trovano a fare la cosa giusta, a cogliere l’occasione da non perdere per stravolgere il loro destino: passare cioè da losers a winners. Difficile quindi non affezionarsi a questa “banda di idioti”, non solo grazie a dialoghi frizzanti e convincenti, e ad uno spirito scanzonato, leggero e diverso, che non si vedeva da quando comparve nelle sale quel guascone dall’armatura di ferro di nome Iron Man, ma anche grazie a un trucchetto niente male: l’effetto nostalgia. Infatti sono molti i riferimenti ai sempre amati anni Settanta e Ottanta, epoca non troppo lontana in cui le saghe d’evasione erano un toccasana per l’immaginazione. Peter Quill, per esempio, sempre ad ascoltare una nostalgica musicassetta, ultimo ricordo della Terra, con quell’aria da allegro mascalzone è un mix fra Indiana Jones, Han Solo di Star Wars e Marty McFly di Ritorno al futuro, mentre l’alieno-albero Groot ricorda per certi aspetti il poco comunicativo e peloso Chewbacca. Dunque, tra viaggi interstellari, un cast che diverte e si diverte, una playlist deliziosamente vintage come l’Awesome Mix Vol 1 e scene memorabili, cosa dire di Guardiani della Galassia? Un popcorn movie non scontato, accattivante, che conquista subito chi fa della fantasia il suo pane quotidiano…in poche parole: “Io sono Groot!”

VOTO: 8.5

CONSIGLI: Il meglio del cinema d’evasione anni ’80: Star Wars (1977) di George Lucas, I predatori dell’arca perduta (1981) di Steven Spielberg e Ritorno al futuro (1985) di Robert Zemeckis, oltre a The Avengers (2012), il grande successo targato Marvel.

 

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