AL MIO MIGLIORE AMICO - GLORIA CUPPONE (anno 2, n.7)
Varcando la soglia,
serenità, d’un tratto:
il tuo rumoroso richiamare attenzioni,
per me dolce sentire,
distrugge, d’incanto, i pensieri più cupi;
ora incontrastata certezza:
sono a casa, al sicuro.
Salendo di corsa le scale,
intravedo dal vetro il tuo sguardo serio,
minaccioso,
ormai un principe tu,
pronto ad accogliere i tuoi ospiti;
lo scricchiolare della porta
è, dunque, segno di una libertà negata:
costretto ad attendere,
per te gli attimi durano infinità.
Nel mio cuore gioiosa calma
ma nel tuo benigna agitazione;
la dimostrazione di affetto,
divenuta per me un’abitudine,
per te è vita,
per te è sostentamento.
Ed ora che i miei occhi incontrano i tuoi,
azzanni fiero la presunzione
degli attimi infiniti,
e annusi, timoroso, la fragilità:
la tua aria festosa ne sarà la cura.
Amico sincero, leale,
lungi da te ogni ipocrisia;
altero il tuo aspetto
è scudo di un animo tenero e dolce,
orgoglio e superbia sono per te
fedeli maschere, effimere.
“Amor, ch’a nullo amato amar perdona”:
la tua autentica commozione,
diffusa, come ossigeno, nell’aria,
infrange le più rigide barriere
degli altrui cuori.