"YOU RAPE MY BODY, I RAPE YOUR MIND" - LETIZIA MARRA (anno 2 n.4)

“2013: No Rape.” “2013: Niente Più Stupri.”. È tracciato a lettere candide sulle guance livide di miscela di rabbia e dolore di una giovane attivista indiana. E’ tracciato a lettere di fuoco nell’animo di quelle donne che con silenzio e dignità sovrumana manifestano contro la violenza atroce ed ingiustificata contro donne innocenti, come la giovane violentata pochi giorni fa. Hanno rievocato il dolce sorriso della studentessa ed i suoi occhi colmi di vita, giovinezza e sole. Hanno tentato di aprire gli occhi a tutti gli uomini che guardano la donna come fosse una bambola di ceramica, il simulacro vuoto di una femminilità da angelo del focolare. No. Hanno dimostrato di vivere come esseri umani dotati di voce, cuore, fegato e cervello. Con labbra silenziose e mute, hanno urlato lo squarcio nella dignità umana che ogni singolo stupro commette. Perché le strilla non riempiono la voragine lasciata dalla studentessa di Nuova Delhi, dopo essere stata violentata sino alla morte su un bus, da sei uomini-bestie, fra cui un minorenne. Ricoverata a Singapore, ha chiuso gli occhi per l’ultima volta il 29 dicembre, dopo due giorni sospesa fra la vita e la morte e tre interventi inutili, a 23 anni. La sua ultima supplica, la sua ultima frase, le ultime parole che la giovane ha avuto la forza di pronunciare sono state: “Voglio vivere.”
Sei uomini che hanno divorato le sue speranze, il suo futuro, il suo cammino per poi spolverarsi le mani sui jeans e tornare quieti a casa propria, a baciare i figli ed abbracciare le mogli, come se tutto quel disgustoso dolore non appartenesse loro. Una massa pulsante di donne come fenomeni, che non ha mai chinato il capo, che ha sempre trattenuto nei pressi dei polmoni la voglia di lottare, ha svelato il volto della ribellione e dell’intelligenza profonda e senza confini. Un esercito tacito di occhi neri come il buio dentro questi uomini, occhi scintillanti come le lacrime di questa giovane ragazza anonima (la legge Indiana non permette che si venga a conoscenza dei nomi di colei che è stata mutilata dell’orgoglio, quando la famiglia ha espressamente chiesto che il suo nome venisse rivelato, “per dare il coraggio che serve a tutti coloro che hanno paura”).

Peccatrice del nuovo mondo, che ha osato una maglia “scollata” e un po’ di gioia sulle labbra. Punita da calci e odio. Prigioniera del gioco del maschilismo che ha reciso il filo della sua giovinezza. “A volte, quelli che chiamiamo uomini sono solo bambini troppo cresciuti.”, dice Geppi Cucciari, una delle tante donne vere e forti che in Italia non ha bisogno di minigonne per guardare il popolo nel cuore e realizzare i propri sogni, stretti fra le dita, non un’altra vittima dell’onda che deteriora le menti umane e le porta a manipolare le donne, in un modo o nell’altro, a spogliarle o a scoprirle, a proprio piacimento. Le donne non sono solo gambe, e nel 2013 sembra scontato affermarlo. Ma, mio malgrado, non lo è. Le donne sono uragano disintegratore, dolcezza di luna, natura che procede fiera ed illumina, acqua e fuoco, speranza e rabbia, lotta e sogno, di quelli che li vedi vivi davanti al mondo. Le donne non sono solo matita nera e rossetto rosso. O forse sì, sono anche questo. Le donne sono energia pura che trasfigura il globo. Le donne sono Sonia Gandhi, che rincuora un popolo sdrucito e richiude la paura in un segreto, millimetrico scomparto dell’anima. “I nostri pensieri sono con la giovane donna che lotta per la vita’’, ha detto quando la giovane aveva ancora qualche flebile speranza. Ma le donne vincono ancora. Perché pur toccando un corpo, violandolo ed annientandolo, non tocchi, non sfiori un’idea, un principio, un cuore, un’intelligenza che genera e sa, più antica dell’Universo e nuova come un’alba, che porta a rivoluzioni brulicanti di donne con il viso ricoperto di protesta e poesia. Le donne sono quelle che lottano a dispetto dei baratri su cui volare, quelle che sfoggiano una criniera bianca, alla faccia delle convenzioni di plastica e dei pregiudizi, perché sono orgogliose di ogni loro singola ruga e sogno, e battaglia e risata. Le donne sono energia positiva, scossa di terremoto, marea d’amore, sospiro di sollievo, gioia trasparente, guerra primitiva, lacrima di vita, perle di speranza. Quelle che hanno sfamato la gente con i sorrisi d’oro. Le stesse che stanno cambiando tutto quanto. Questa volta, in meglio.

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