UE BLOCCA PRESIDENTE BOLIVIANO MORALES A VIENNA. E IN SUDAMERICA SI INCAZZANO
Il Presidente della Bolivia, Evo Morales, è stato tenuto per circa 14 ore a Vienna, in Austria, dove il suo aereo è stato dirottato.
La vicenda è legata alle rivelazioni della talpa Snowden: avendo chiesto asilo politico a una ventina di paesi, tra cui la Bolivia che si è mostrata disponibile, l'ex agente è bloccato in Russia, presso l'area di transito dell'aeroporto di Mosca, da cui il velivolo del Presidente sudamericano era partito per tornare in patria.
Per paura che avesse preso con sè il richiedente asilo, Francia e Portogallo hanno vietato all'aereo di volare nei loro cieli. E così l'Unione Europea lo ha dirottato a Vienna, dove ha sostato per molto tempo, prima di ripartire dopo un lungo braccio di ferro, poco prima delle 12:00.
Su tutte le furie il presidente Boliviano, e gli uffici del Governo, che urlano allo scandalo: "L'Europa è solo una mano dell'Impero Americano" gridano da La Paz. E tutti i Paesi limitrofi gli si stringono attorno: il Perù è pronto a convocare già per domani un vertice di tutti i Paesi della parte meridionale d'oltreoceano. Già avviati i contatti tra i Ministri degli Esteri: si aprono autostrade di speranza per l'ex spia, che potrebbe approfittare di una forte presa di posizione di una di queste Nazioni.
E interviene, sul caso, anche Assange: "L'UE accolga Snowden. Lo facciano soprattutto Francia e Germania."
E pensare che la crisi diplomatica annunciata era proprio tra l'Unione e gli USA, per le rivelazioni proprio di Snowden e di Madsen sulle cimici nelle ambasciate europee, che sembravano aver indignato i ministri degli Esteri di tutto il continente.
Laggiù, invece, c'è un mucchio di Stati che ci guarda come infimi leccaculo. Avranno ragione?